23.12.2022 Icon

Flash news: La riforma del processo civile anticipata al 28 febbraio 2023. Stupore (e sconcerto) del Consiglio Nazionale Forense, dell’Organismo Congressuale Forense e dell’AIGA

Un emendamento del Governo alla legge di bilancio 2023 anticipa l’entrata in vigore della riforma del processo civile al 28 febbraio 2023 invece che al 30 giugno 2023.

La V Commissione permanente ha infatti accolto la proposta di modifica dell’articolo 68 bis della legge di bilancio, avente per oggetto la disciplina transitoria del nuovo processo civile. 

Come effetto, l’art. 35 del d. Lgs. 10 ottobre 2022, n. 149, legge oggi come segue:  “Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti”.

Con un comunicato congiunto del 20 dicembre 2022, Consiglio nazionale Forense e Organismo Congressuale Forense hanno manifestato stupore nell’assistere ad una entrata in vigore anticipata di una legge peraltro già oggetto di critiche. 

In una dichiarazione congiunta, essi hanno affermato: “Suscita sconcerto la decisione del Governo di anticipare l’entrata in vigore delle disposizioni più rilevanti della riforma del processo civile al 28 febbraio 2023. L’emendamento governativo alla legge di Bilancio, con l’anticipazione delle principali novità del rito civile, stride peraltro con la decisione di posticipare, invece, la riforma del processo penale e soprattutto appare del tutto irragionevole e disfunzionale visto il caos in cui getterà cancellerie, magistrati e avvocati… Innovazioni di forte impatto come la nuova fase introduttiva del giudizio di cognizione, infatti, richiedono negli operatori il giusto livello di approfondimento e consolidamento che non sarà possibile con un’anticipazione di quattro mesi rispetto alla data originaria di entrata in vigore”.

Anche l’AIGA si è espressa negativamente. Secondo Francesco Perchiunno, Presidente dei Giovani avvocati, “Oltre che ingiustificato nella sostanza (l’ememdamento: ndr) viola il principio di gradualità, che avrebbe dovuto animare l’applicazione concreta della riforma e consentire, a tutti gli operatori del diritto, un’assimilazione progressiva delle nuove regole. Principio che, invece, viene immotivatamente accantonato gravando gli operatori di oneri ulteriori e gli utenti del sistema di nuove incertezze”.

Autore Niccolò Pisaneschi

Partner

Milano

n.pisaneschi@lascalaw.com

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