Allianz Trade ha diffuso il proprio “Global Insolvency Index” da cui emerge che a fine 2024 si registrerà a livello globale un netto incremento delle insolvenze (+11%) e che tale trend proseguirà anche nel 2025.
A livello europeo la crescita delle insolvenze nel 2025 non dovrebbe interessare né la Francia (-6%) né il Regno Unito (-6%); entrambi Paesi in cui si registrerà un calo.
Molto probabilmente l’incremento riguarderà la Germania (+4% cui seguirà un calo del -4% nel 2026) e anche l’Italia rispetto alla quale si stima un +4% cui si accompagnerà un + 3% nel 2026.
Soffermando l’analisi al nostro Paese, le previsioni diffuse da Allianz risultano in linea con i dati registrati dall’Istat da cui emerge, in attesa dell’ultimo, un incremento del numero delle liquidazioni giudiziali nel corso dei primi tre trimestri dell’anno:
- +16% nel corso del 1q 2024;
- +12,5% nel corso del 2q 2024;
- +20% nel corso del 3q 2024.
Sebbene i numeri siano inferiori rispetto a quelli registrati nel corso del 2019, è possibile immaginare che la c.d. “onda lunga post Covid” sia ormai prossima a manifestarsi.
Ad avviso dei principali analisti, è possibile ricondurre l’incremento delle insolvenze al fatto che le misure di sostegno intervenute nel corso del periodo pandemico hanno consentito a numerose realtà di posticipare il più possibile il dissesto.
In questo scenario, è senz’altro interessante richiamare anche alcuni numeri resi noti nel corso del convegno tenutosi ad Alba ed organizzato dall’“Associazione albese studi di diritto commerciale” con focus sugli strumenti di regolazione della crisi attivati dalle imprese italiane.
Emerge un quadro interessante, ovvero che (dati aggiornati a giugno 2024) il concordato preventivo continua, a fronte di 490 domande depositate, ad essere lo strumento di regolazione della crisi preferito dal ceto imprenditoriale.
Inoltre, i dati, ad oggi registrati, mostrano un deciso incremento rispetto al 2023; tantè che gli nel corso degli ultimi due trimestri si è registrato rispettivamente:
- 2q 2024 + 12,5%;
- 3q 2024 + 18%
Allo stesso tempo, risultano in netta crescita le istanze di accesso alla composizione negoziata, ben 476.
Segnali interpretati da taluni nel senso che, presto o tardi, l’istituto introdotto dal Legislatore nel 2021 è destinato ad essere preferito al classico concordato preventivo.