Il volume dei crediti deteriorati presenti nei bilanci delle principali banche dei Paesi aderenti all’Eurozona risulta in costante crescita.
Tant’è che nel corso dell’ultimo anno, lo stock degli Npe, stante un incremento del 4,5%, ha toccato quota 373 miliardi.
Tale crescita ha interessato principalmente quei Paesi – ad esempio Germania e Francia – che – sino a qualche anno fa – erano rimasti estranei o comunque non particolarmente interessati al fenomeno degli Npl che ha conosciuto il suo picco nel 2015.
In particolare, il volume degli Npl presenti al 30 giugno 2024 nei bilanci delle principali banche tedesche ha raggiunto quota 41 miliardi di euro.
E, il volume degli Npl risulta in crescita anche nei bilanci delle banche francesi, prova ne è che si registrano volumi di crediti deteriorati per complessi 121 miliardi di euro.
Un minor incremento (+0,8%), invece, ha interessato le banche spagnole i cui bilanci risultano “intasati” da circa 76 miliardi di Npl.
A dirlo è il consueto rapporto annuale “Market Watch Npl” targato Banca Ifis e reso pubblico in occasione del meeting tenutosi a Cernobbio lo scorso 27 settembre.
In assoluta controtendenza, invece, l’Italia le cui principali banche hanno registrato un calo, su base annua, degli Npl per 5,1 miliardi (-11%).
Rispetto al 2015 lo stock di Npl si è ridotto drasticamente e attualmente cuba, con riferimento alle principali banche del nostro Paese, complessivamente 41 miliardi.
Se si considera l’intero sistema bancario italiano emerge che il volume degli Npl iscritti nei bilanci è di poco superiore alla suddetta cifra e che tocca quota 51 miliardi.
In ogni caso, si tratta di un calo decisamente significativo, frutto di un’attività di derisking iniziata circa dieci anni fa e rispetto al quale non va sottaciuto il merito dei principali protagonisti dell’industria del credito deteriorato.
Previsioni future?
Secondo le stime, ricavate dal report diffuso da Banca Ifis, in Italia lo stock complessivo degli Npe, da intendersi comprensivo anche di quelli detenuti dagli attori del mercato secondario, dovrebbe attestarsi a fine 2024 a 290 miliardi.
E il calo dovrebbe proseguire anche nel corso del successivo biennio.
Si stima infatti, che a fine 2026 il volume degli Npl – presenti sia nei bilanci delle banche sia sul mercato secondario – risulterà diminuito del 23% rispetto al 2015.