22.11.2024 Icon

La dismissione integrale dei beni come soluzione alla crisi aziendale

Nel contesto economico attuale, molte imprese si trovano ad affrontare sfide significative che possono portare a situazioni di crisi. In risposta a queste difficoltà, il Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza ha introdotto il concordato semplificato, uno strumento concepito per facilitare la liquidazione del patrimonio aziendale in modo rapido ed efficiente. Questo strumento offre agli imprenditori una via d’uscita che evita i complessi e spesso lunghi processi di liquidazione giudiziale.

Il concordato semplificato è disciplinato dagli articoli 25 sexies e 25 septies del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, diventato operativo da luglio 2022. A differenza del concordato liquidatorio tradizionale, questo strumento consente di stralciare debiti rapidamente senza necessità di “concordare” nulla con i creditori. Tramite il concordato semplificato, l’imprenditore può porre in vendita velocemente i beni o l’azienda, scongiurando così il rischio di una liquidazione giudiziale (ex fallimento).

Per accedere a questo strumento, è necessario che l’imprenditore abbia prima tentato la composizione negoziata della crisi avviando trattative con i creditori. È fondamentale che queste trattative si siano svolte in buona fede e abbiano avuto esito negativo, come attestato dalla relazione dell’esperto. Una volta soddisfatti questi requisiti, l’imprenditore può presentare al Tribunale una proposta di concordato semplificato finalizzata alla cessione dei beni o dell’azienda. Durante questa fase, sono previste misure protettive temporanee che impediscono ai creditori di intraprendere azioni esecutive. Il tribunale verifica la proposta tramite un ausiliario nominato e, se non emergono problematiche, omologa la proposta e nomina un liquidatore. Quest’ultimo avrà il compito di vendere i beni aziendali e ripartire il ricavato tra i creditori.

La giurisprudenza ha confermato la natura esclusivamente liquidatoria del concordato semplificato. Recentemente, il Tribunale di Milano ha stabilito che non è ammissibile una proposta di concordato che preveda una liquidazione parziale dei beni, sottolineando l’importanza di una dismissione integrale per rispettare i principi del Codice civile riguardanti la responsabilità patrimoniale del debitore (Tribunale di Milano, decreto 14 settembre 2023). Tuttavia, esistono interpretazioni divergenti; ad esempio, il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha omologato un concordato semplificato con attribuzione delle attività a un assuntore, suggerendo che tale procedura possa essere compatibile con il concordato con cessione dei beni (Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, decreto 32084 del 18 ottobre 2024). Questo dibattito giuridico rimane aperto e riflette le sfide interpretative legate all’applicazione delle nuove norme.

Uno dei principali vantaggi del concordato semplificato è che non è necessario ottenere il consenso dei creditori, poiché non c’è una votazione. Inoltre, non è richiesta l’offerta di percentuali minime di soddisfazione ai creditori. La verifica da parte del tribunale è esclusivamente formale; il giudice non esprime valutazioni di merito e non è prevista la nomina di un commissario giudiziale, eliminando così una fase di controllo che potrebbe allungare i tempi della procedura. In questo contesto, i creditori si trovano in una posizione sostanzialmente inerte rispetto al concordato semplificato; l’unica azione possibile è opporsi all’omologa. Un ulteriore aspetto positivo riguarda la possibilità di stralciare debiti fiscali e contributivi senza passare attraverso la transazione fiscale, un vantaggio significativo rispetto ad altre procedure.

Molti imprenditori si chiedono se sia possibile attuare un concordato semplificato mantenendo la continuità aziendale. Fortunatamente, la risposta è affermativa: l’articolo 25 septies del Codice prevede implicitamente la possibilità della cosiddetta continuità “indiretta”. Ciò significa che il piano di liquidazione può includere un’offerta da parte di un terzo soggetto per trasferire l’intera azienda o specifici rami aziendali. L’ausiliario del tribunale dovrà semplicemente verificare l’assenza di “soluzioni migliori sul mercato”.

In conclusione, il concordato semplificato rappresenta un importante strumento per gli imprenditori in crisi, offrendo una soluzione rapida e meno onerosa rispetto alle procedure tradizionali. Tuttavia, la sua applicazione richiede attenzione e competenza giuridica, dato il contesto normativo in evoluzione e le diverse interpretazioni giurisprudenziali. Con un approccio ben strutturato e una chiara comprensione delle dinamiche coinvolte, questo strumento può rivelarsi cruciale per il recupero dei valori aziendali e per garantire una gestione equa dei diritti dei creditori.

Autore Federica De Biase

Associate

Milano - UniQLegal

Federica.debiase@uniqlegal.it

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