19.02.2025 Icon

Aggiornamento Direttive UE sugli appalti pubblici: il nuovo codice è già vecchio?

La Commissione UE ha avviato una consultazione sulle tre Direttive che disciplinano gli appalti pubblici.

Si tratta, in particolare, delle Direttive nn. 23 (sulle concessioni), 24 (sugli appalti pubblici) e 25 (sui servizi di pubblica utilità) del 2014, che nel nostro Paese abbiamo recepito, in origine, con il precedente codice degli appalti pubblici, d.lgs. 50/2016 (e poi, per l’appunto, sostituito con il d.lgs. 36/2023).

Lo scopo della consultazione, che sarà aperta fino al 7 marzo 2025, è quello di raccogliere prove, informazioni, dati e riscontri approfonditi sul loro livello di efficacia attuale, soprattutto in merito alla capacità di favorire le PMI nell’accesso alle procedure di gara.

La partecipazione è aperta a tutti, dai governi, alle autorità giurisdizionali che si occupano della materia, ai sindacati, alle università, fino alle stesse imprese.

Tale consultazione era già stata preannunciata da Ursula Von Der Leyen al momento dell’insediamento della nuova Commissione, con l’obiettivo di giungere a una revisione organica della materia a livello eurounitario.

Inutile evidenziare l’impatto che produrrà una riforma del diritto degli appalti pubblici in tutto il sistema: ogni anno le pubbliche amministrazioni dell’Unione Europea spendono oltre 2.400 miliardi di Euro per l’acquisto, tramite procedure a evidenza pubblica, di servizi, lavori e forniture, in molteplici settori, quali energia, trasporti, gestione dei rifiuti, protezione sociale e fornitura di servizi sanitari o di istruzione.

Il corretto funzionamento della disciplina degli appalti pubblici rappresenta, poi, uno dei principali strumenti per la garanzia della concorrenza, uno dei capisaldi su cui si basa l’intero impianto economico dell’UE.

Proprio a questo proposito, la Corte dei conti UE nel 2023 aveva già pubblicato una relazione, seguita dalle conclusioni del Consiglio (C/2024/3521), che aveva messo in evidenza un crescente problema della diminuzione della concorrenza negli appalti pubblici.

È ovviamente presto, a oggi, immaginare quale impatto abbia tutto ciò nei confronti del nostro “nuovo” codice degli appalti.

È comunque presumibile che, tra pochi anni, di fronte a delle modifiche delle Direttive (che dovrebbero essere, ovviamente, recepite) esso debba subire un’importante opera di riforma.

E considerando che, almeno nel nostro Paese, la materia degli appalti sta acquisendo sempre più forza nel dibattito politico, non possiamo escludere che, a valle delle riforme eurounitarie, un nuovo governo non voglia “marcare il territorio” con un codice ancora tutto nuovo.

Autore Simone Mascelloni

Associate

Milano

s.mascelloni@lascalaw.com

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