28.11.2024 Icon

C’è soccombenza nel procedimento di correzione degli errori materiali?

Con sentenza del 14 Novembre 2024 n. 29432 le Sezioni Unite si sono pronunciate circa l’applicazione del principio di soccombenza nel procedimento di correzione degli errori materiali, risolvendo un contrasto giurisprudenziale che vedeva contrapposte due dottrine differenti.

Secondo l’orientamento minoritario, l’opposizione della parte non ricorrente nel giudizio di correzione degli errori materiali avvierebbe una dinamica contenziosa, con conseguente applicazione del principio di soccombenza.

Tale orientamento era stato accolto da Cass. Sez. I Civ., n. 18221 del 5 luglio 2019, in cui la parte resistente all’istanza di correzione veniva condannata al pagamento delle spese processuali.

Con tale pronuncia, veniva, quindi, affermato il principio generale secondo cui il contrasto tra le parti richiede inevitabilmente un accertamento sull’ammissibilità o sulla fondatezza dell’istanza stessa; è, pertanto, necessario, in questi casi, procedere alla liquidazione delle spese processuali, in quanto il procedimento genera una soccombenza tecnica.

Secondo la tesi maggioritaria, al contrario, nel procedimento di correzione degli errori materiali non è ammessa alcuna statuizione sulle spese processuali, in quanto il procedimento in questione ha natura meramente amministrativa e non giurisdizionale.

Inoltre, esso non termina con una pronuncia sostitutiva di quella corretta, ma è volto ad emendare un difetto di formulazione esteriore; per tale ragione, l’eventuale contrasto tra le parti non ha alcun rilievo.

L’arresto della Sezioni Unite, accogliendo quest’ultimo orientamento, ha così finalmente chiarito che il principio di cui all’art. 91 c.p.c. si applica unicamente nei procedimenti in cui il provvedimento finale produce effetti nei rapporti giuridici tra le parti.

I giudici di legittimità hanno sostenuto, infatti, che il procedimento de quo ha natura amministrativa e non contenziosa, qualificandolo come mero incidente nel giudizio principale volto a rettificare errori che non incidono sul contenuto sostanziale del procedimento originario.

Anche l’opposizione della parte non ricorrente non modifica la natura del procedimento, che rimane confinato alla verifica tecnica di un errore materiale, al quale non consegue alcuna vittoria o sconfitta tra le parti.

La sentenza porta, quindi, con sé una rilevanza giuridica molto importante: da un lato, garantisce un procedimento strumentale e accessorio semplice e immediato; dall’altro, afferma un principio che ha l’obiettivo di alleggerire il carico processuale, assicurando la coerenza del sistema.

Autore Rebecca Cardamone

Trainee

Milano

r.cardamone@lascalaw.com

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