15.02.2023 Icon

Il nuovo dispacciamento dell’energia elettrica

Lo scorso 8 febbraio l’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente ha presentato, a Milano, agli stakeholders di riferimento, il nuovo schema di regolazione del servizio di dispacciamento dell’energia elettrica che, dopo il processo di consultazione in corso, entrerà in vigore a partire dal 1° gennaio 2025.

Il servizio di dispacciamento, nell’accezione del decreto legislativo n. 79/99 (c.d. Decreto Bersani), è inteso come “l’attività diretta ad impartire disposizioni per l’utilizzazione e l’esercizio coordinati degli impianti di produzione, della rete di trasmissione e dei servizi ausiliari (n.d.r. servizi ancillari)”.

Destinatari del servizio dispacciamento sono dunque anche i c.c.dd. mercati spot dell’energia (con essi riferendoci – mediante il richiamo ad un concetto tipicamente finanziario e cioè al fenomeno dello scambio dei prodotti con liquidazione immediata del controvalore – al mercato day-by-day dell’energia, nel quale il relativo prezzo risente di incontro fra domanda ed offerta, meccanismo governato dalle necessità degli acquirenti e delle capacità produttive dei venditori, nonché condizionato dal dato per cui l’energia elettrica non è immagazzinabile in grandi quantità e deve quindi essere consumata nel momento in cui è prodotta).

Al pari di come rientra nell’attività di dispacciamento il governo delle procedure per l’approvvigionamento dei servizi ancillari, degli strumenti cioè – questi ultimi – necessari a garantire la sicurezza dell’intero sistema elettrico in quanto connessi alla gestione di una rete di trasmissione o distribuzione (riserva statica, regolazione di frequenza, regolazione della tensione e riavviamento della rete).

Il Testo Integrato del Dispacciamento Elettrico (TIDE) sostituirà, nel nuovo schema, dopo vent’anni di onorata carriera, l’Allegato A alla deliberazione 111/06, costruito avendo come riferimento un sistema elettrico basato su impianti di produzione programmabili e concentrati e con reti di distribuzione passive, progettate e dimensionate per fornire energia elettrica a tutto il carico allacciato, attraverso una architettura “radiale” che collegava il punto di alimentazione ai numerosi punti di consumo e dimensionata per garantire a tutti i carichi la potenza disponibile nel rispetto di alcune ipotesi di contemporaneità (c.d. approccio fit & forget).

Il nuovo schema, perciò, mira a recepire le esigenze di settore legate alla sostituzione delle fonti energetiche fossili con quelle rinnovabili, iniziata già prima delle recenti vicende geopolitiche, ma che è diventata una necessità ancora più impellente, soprattutto dopo che la sicurezza degli approvvigionamenti di gas (un fondamento del nostro intero sistema economico) è venuta a mancare.

Un sistema elettrico non può, però, funzionare ad intermittenza, seguendo l’aleatorietà delle fonti rinnovabili e degli impianti di produzione che le utilizzano. Questo non solo per un problema di “disagio” dell’utente, ma più sostanzialmente perché il sistema erogherebbe all’utente un servizio instabile, con pericolose fluttuazioni di tensione e frequenza in aumento e in diminuzione, non sostenibile dalla maggior parte degli apparecchi elettrici utilizzatori, con il rischio di distacchi di porzioni di rete per tempi non trascurabili.

L’aumento delle fonti rinnovabili nel portafoglio energetico della nazione, essendo esse aleatorie, non può prescindere quindi da un mutamento sostanziale, nella gestione della rete e nel dispacciamento, delle risorse ad essa connesse.

Le fluttuazioni delle fonti rinnovabili aleatorie devono essere infatti compensate da fluttuazioni uguali e contrarie di altre fonti, rinnovabili o non rinnovabili, ma comunque programmabili e non aleatorie. Sebbene – rileviamo incidentalmente – la compensazione di dette fluttuazioni potrebbe avvenire anche tramite i carichi dei consumatori, attraverso opportune modulazioni o distacchi (per questo il Regolamento UE 2019/943, sul mercato interno dell’energia elettrica, aveva introdotto all’articolo 2 la nozione di “ridispacciamento” intesa come “misura, compresa la riduzione, attivata da uno o più gestori dei sistemi di trasmissione o gestori dei sistemi di distribuzione, consistente nella modifica del profilo di generazione, di carico o entrambi al fine di modificare i flussi fisici sul sistema elettrico e ridurre una congestione fisica o di garantire altrimenti la sicurezza del sistema”).

Ecco, dunque, che nel “nuovo” mondo le reti di distribuzione diventano “attive”, ossia in grado non solo di assorbire energia dalla rete di trasmissione, ma anche di erogare energia in direzione opposta rispetto a quella usuale; pertanto, in alcune configurazioni, tali reti potrebbero sperimentare fenomeni nuovi, quali variazioni repentine di tensione o sovraccarichi, che devono essere risolti localmente.

Il TIDE, di conseguenza, intende accompagnare il percorso di innovazione in atto, proponendo un modello di dispacciamento di merito economico (c.d. market design) in cui tutte le risorse della rete (almeno in linea di principio) possano assumere un duplice ruolo: quello “principale” di produrre o consumare energia (a seconda dei casi) e quello “ancillare” di prestare servizi, che consistono nella disponibilità a modificare o spostare temporalmente la produzione e i consumi rispetto ad un dato riferimento, su richiesta del gestore della trasmissione o dei gestori della distribuzione.

La tendenza è, allora, ad un mercato dei servizi di dispacciamento costruito per far competere sullo stesso piano risorse concentrate e risorse distribuite, basato su piattaforme organizzate (e selezionate) che assicurino, in ogni momento e per ogni specifica esigenza, le risorse di flessibilità più efficienti, cioè quelle che sono in grado di modulare produzione o carico al minore costo (secondo un principio della neutralità tecnologica).

Può ipotizzarsi, perciò, che la nuova configurazione dei servizi di dispacciamento esalterà il ruolo dei Balancing Service Provider (BSP), ossia dei soggetti aggregatori e intermediari commerciali che raccoglieranno le risorse ancillari (essenzialmente di tipo “retail” ossia piccole unità di produzione e consumo), offrendole sui mercati (all’ingrosso).

“Per preservare il diritto di accendere la luce a piacimento, si deve costruire un nuovo mondo in cui spegnerla è un’opportunità”:questo lo slogan scelto dall’Autorità per riassumere gli obiettivi che il “nuovo dispacciamento”, regolato dal TIDE, deve assicurare per i prossimi venti anni.

Al fine di assicurare tale longevità l’Autorità ha innovato anche la modalità di aggiornamento (per consuetudine frequenti) del Testo Integrato. Si segnalano in particolare:

  • quella relativa alla numerazione delle Sezioni e al numero di revisione. Al fine di facilitare le citazioni del TIDE nei documenti esterni (norme di diversi testi integrati o delibere, contratti, ecc…) il numero di revisione del documento è anteposto anche a ogni numero di Sezione  o Articolo (ad esempio: Articolo 2-24.4.1 significa: Articolo 24.4.1 della Revisione 2);
  • l’introduzione di uno schema di articolato ad aggiornamento continuo, di supporto alla versione “formale”, integrato con appositi “box” di spiegazione che servono a chiarire meglio le disposizioni e a rendere conto delle scelte effettuate dal Regolatore.

Stay tuned per nuove release!

Autore Aldo Ricci

Of Counsel

Roma

a.ricci@lascalaw.com

Desideri approfondire il tema Energy ?

Contattaci subito

Autore Emiliano Cardenà

Lateral Partner

Roma

e.cardenà@lascalaw.com