
Nel panorama della finanza pubblica, un profilo di particolare rilievo è rappresentato dai tributi locali, ossia le entrate di natura tributaria di competenza degli enti territoriali (IMU, TARI, addizionali e altre imposte proprie). Tali entrate costituiscono una componente essenziale dell’equilibrio finanziario degli enti e incidono in modo diretto sulla capacità di finanziare i servizi pubblici.
Tuttavia, anche i tributi locali presentano spesso criticità in termini di effettiva riscossione, a causa dei tempi dilatati tra accertamento e incasso, delle difficoltà nel recupero coattivo e della presenza di quote di entrate di difficile o dubbia esigibilità.
Quale soluzione ha individuato il Governo per affrontare tale criticità?
Con la Legge di Bilancio 2026 – in attesa di approvazione – attraverso l’art. 118, l’esecutivo propone una svolta significativa, introducendo un meccanismo che incide direttamente sull’autonomia degli enti e mira a ristrutturare l’intera filiera della riscossione locale in un’ottica di miglioramento.
Più nel dettaglio, accanto alla tradizionale possibilità per gli enti locali di affidare la riscossione coattiva a soggetti già oggi contemplati dalla legge, viene introdotta una facoltà specifica di affidamento diretto ad AMCO – Asset management company S.p.A., società partecipata pubblica specializzata nelle attività di recupero dei crediti deteriorati bancari.
Ma la vera novità è rappresentata dall’introduzione di un meccanismo di obbligatorietà: gli enti che, alla scadenza dei contratti con gli attuali concessionari, dovessero registrare risultati di riscossione inferiori a una soglia ministeriale saranno comunque tenuti ad affidarsi ad AMCO. In altri termini, la società diventa lo sbocco obbligato per i “Comuni non virtuosi”.
Sul piano operativo, AMCO non agirà direttamente nelle attività di recupero ma si avvarrà di operatori selezionati tramite gara tra i soggetti iscritti all’albo dei concessionari, sui quali eserciterà funzioni di coordinamento, controllo e rendicontazione dei flussi.
Per i crediti gestiti e per la durata dell’incarico, alla società saranno inoltre attribuiti poteri analoghi a quelli oggi riconosciuti all’Agenzia delle Entrate-Riscossione, nel pieno rispetto delle garanzie previste per i contribuenti.
L’intervento legislativo si caratterizza, dunque, non solo per l’introduzione dell’obbligatorietà dell’affidamento, ma soprattutto per il ruolo attribuito alla nuova protagonista AMCO, chiamata a svolgere un ruolo centrale anche nel settore pubblico con la possibilità di essere coinvolta nel recupero dei crediti degli enti locali. A rafforzare il suo profilo specialistico, rileva la sua acquisizione di EXACTA, società fra i principali operatori specializzati proprio nella gestione e nel recupero di crediti locali, tributi e sanzioni amministrative.
La scommessa del legislatore è evidente: affidare a un operatore con strutture solide, tecnologie avanzate e una forte esperienza nel recupero creditorio la gestione del comparto in cui gli enti hanno mostrato maggiori difficoltà. L’ambizione è, infatti, quella di portare nel settore pubblico la stessa logica industriale che ha guidato negli anni la gestione dei crediti deteriorati bancari.
Tuttavia, la scelta di attribuire ad AMCO un ruolo così rilevante non è stata esente da critiche. Alcuni privati del settore – concessionari, società specializzate, servicer – hanno ipotizzato un rischio di concorrenza asimmetrica, sottolineando che AMCO, in quanto società interamente partecipata dal Ministero dell’Economia, potrebbe beneficiare di un trattamento privilegiato rispetto agli operatori privati sottoposti a logiche di mercato e a capitolati pubblici più restrittivi.
Nonostante le perplessità manifestate, la proposta in esame si muove con decisione verso un’impostazione più centralizzata e professionalizzata. I Comuni con scarsa capacità di riscossione non potranno più limitarsi a dichiarare l’insufficienza delle risorse interne: la norma li spingerà verso modelli di gestione esterna più strutturati, riducendo i margini di inerzia gestionale che negli ultimi anni hanno contribuito al deterioramento dei bilanci locali.
E non va dimenticato il contesto in cui tutto questo si inserisce: la riforma del “magazzino fiscale” e i discarichi automatici introdotti nel 2024, che hanno restituito agli enti locali ingenti volumi di crediti da recuperare nuovamente, imponendo una scelta strategica immediata.
Se la manovra verrà approvata nella sua formulazione attuale, la riscossione locale si avvierà verso una fase di profondo riassetto. L’ingresso di AMCO potrà rappresentare un’opportunità per imprimere un salto di qualità, ma la sfida sarà quella di garantire un equilibrio tra efficienza operativa, concorrenza e autonomia degli enti locali.
Ciò che appare ormai inevitabile è che la riscossione non potrà più essere trattata come un adempimento amministrativo marginale ma diventerà, a tutti gli effetti, un segmento industriale della finanza pubblica locale.
27.11.2025