
Il Wall Street Journal ha recentemente scritto un articolo sulla decisione dell’European Data Protection Board (EDPB) in merito alla pubblicità personalizzata effettuata da piattaforme come Facebook, Instagram e WhatsApp.
L’associazione senza scopo di lucro Noyb (None for your business) fece ricorso nel 2018 all’Autorità per la protezione dei dati personali irlandese contro il gruppo di Mark Zuckerberg, Meta. Fulcro del ricorso era l’utilizzo del contratto sottoscritto dagli utenti al momento dell’iscrizione alla piattaforma social come base per il consenso alle pubblicità personalizzate.
A 4 anni dalla presentazione del ricorso è intervenuto l’EDPB il quale ha adottato una decisione vincolante per tutte le Autorità. Secondo tale decisione, la condotta di Meta di non richiedere il consenso esplicito dei soggetti interessati è in contrasto con il Regolamento (UE) 2016/679 per la protezione dei dati personali (GDPR). Infatti, l’EDPB sostiene che per poter inviare pubblicità personalizzata agli utenti sia necessario ottenere il consenso dei diretti interessati e concedere un’adeguata informativa ex art. 13 GDPR. Nell’informativa dovranno essere indicate la finalità del trattamento, la relativa base giuridica, gli eventuali destinatari dei dati personali etc. Da ciò deriva che il mero utilizzo del contratto sottoscritto come base giuridica non risulta pertanto conforme con la normativa europea.
La suddetta pronuncia, oltre ad essere importante in quanto implica l’emanazione di una sanzione da parte dell’Autorità irlandese nei confronti di Meta (avente in Irlanda la sede europea), è significativa poiché costituirà il punto di partenza per ogni trattamento dei dati personali avente come scopo l’invio di pubblicità personalizzata.