Si è concluso il vertice mondiale di Parigi sull’intelligenza artificiale.
L’Europa è ancorata al passato e si occupa troppo poco di innovazione e progresso? Il summit globale sull’intelligenza artificiale appena conclusosi a Parigi ha affrontato la questione e l’Europa non si è fatta da parte.
Prima del summit, la Francia aveva annunciato centonove miliardi di euro di investimenti privati sull’AI per i prossimi anni, soprattutto per la creazione di strutture volte all’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale.
Durante il summit è intervenuta anche la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, parlando di circa duecento miliardi di euro, tra finanziamenti privati e finanziamenti provenienti dalla Commissione stessa, che verranno investiti nei prossimi anni per sviluppare l’intelligenza artificiale in Europa e recuperare così il ritardo rispetto agli Stati Uniti.
Dunque, l’intelligenza artificiale assume sempre maggiore centralità, in un clima connotato anche da una certa rivalità tra i vari Paesi.
Il vertice ha visto la partecipazione anche di figure come Sam Altman di OpenAI, Dario Amodei di Anthropic e Demis Hassabis di Google DeepMind.
In questi stessi giorni OpenAI ha, peraltro, respinto l’offerta di acquisto formulata da Elon Musk.
Ebbene non dimentichiamo che di pari passo assumono sempre più rilevanza le note criticità che l’intelligenza artificiale porta con sé.
Tanto più se si considera che la dichiarazione finale di Parigi, volta a legare lo sviluppo dell’intelligenza artificiale a criteri etici ed inclusivi non è stata sottoscritta né dalla Gran Bretagna né dagli Stati Uniti.