Il rientro dalle vacanze estive è sempre cruciale per chi sta svolgendo opere edilizie coperte da un qualsiasi bonus fiscale, e spesso si traduce in una corsa contro il tempo per terminare i lavori entro la fine dell’anno, nel timore di perdere o vedersi ridimensionare l’accesso ai benefici.
Se è così ogni anno, nel 2024 è ancora più vero, considerando la profonda opera di riforma dei bonus fiscali che si è avuta negli ultimi mesi, quasi sempre volta a ridurli.
Ciò è accaduto, come noto, soprattutto per il c.d. Superbonus 110%, oramai passato al 70%, che per le spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2025 scenderà ulteriormente al 65%.
Esistono, però, anche molti altri bonus che – salvo proroghe dell’ultimo minuto – dall’anno prossimo non troveremo più, o troveremo in misura ridotta.
In primo luogo troviamo il c.d. Bonus Casa, chiamato anche Bonus Ristrutturazione. Disciplinato dagli artt. 16 bis d.p.r. 917/1986 e 16, c. 1, d.l. 63/2013, rappresenta probabilmente l’unica detrazione fiscale senza data di scadenza presente nel nostro ordinamento. Essa copre vari interventi, da quelli conservativi e di restauro, fino a quelli finalizzati all’eliminazione delle barriere architettoniche, all’adozione di alcune misure antisismiche, etc..
Attualmente la percentuale di detrazione spettante ammonta al 50% su un massimale di spesa di 96.000€, da ripartire in 10 quote annuali di uguale importo. Dal 1° gennaio 2025 l’aliquota scenderà, invece, al 36%, per un limite di spesa non superiore a 48.000€ per unità immobiliare.
Destinato a scomparire entro la fine dell’anno è un bonus collegato al Bonus Casa, ossia il c.d. Bonus Mobili. Introdotto con l’art. 16, c. 2, d.l. 63/2013, esso consente di usufruire di una detrazione del 50% per le spese sostenute per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici finalizzati all’arredo dell’immobile oggetto dei lavori coperti dal Bonus Casa. La detrazione spetta entro un certo limite di spesa, che fino al prossimo 31 dicembre è di 5.000€ (nel 2021, per esempio, era di 16.000€).
Il termine di fine anno è particolarmente importante anche per l’Ecobonus (art. 1 cc. 344-347 l. 296/2006 e art. 14 d.l. 63/2013). Al momento, infatti, per i lavori edilizi di efficientamento energetico è prevista una detrazione che va dal 50 al 75%, entro vari limiti di spesa. La scadenza è però fissata a fine anno e a oggi non si parla concretamente di proroghe.
Il 31 dicembre 2024 è la data di scadenza anche del c.d. Sismabonus (art. 16, cc. 1 bis-1 septies d.l. 63/2013), agevolazione spettante per interventi finalizzati al miglioramento strutturale degli edifici e che portino alla riduzione del rischio sismico. Anche in questo caso sono previste diverse detrazioni, dal 50 all’85% a seconda dell’intervento, a fronte di un massimale di spesa di 96.000€.
Lo stesso termine è previsto pure per il c.d. Ecosismabonus (art. 14, c. 2 quater.1 d.l. 63/2013), che incentiva gli interventi su parti comuni di edifici condominiali ricadenti nelle zone sismiche 1, 2 e 3 e finalizzati sia alla riduzione del rischio sismico, sia alla riqualificazione energetica degli immobili.
La percentuale di detrazione spettante varia tra l’80 e l’85% e viene ripartita in 10 quote annuali di pari importo, su un massimale di 136.000€ moltiplicato per il numero delle unità immobiliari di ciascun edificio.
Con il 2024 se ne andrà, infine, il bonus verde (art. 1, c. 12, l. 205/2017), che permette di usufruire di una detrazione del 36% da applicare alle spese sostenute, fino a un ammontare complessivo non superiore a 5.000€ per unità immobiliare a uso abitativo, ripartita in 10 quote annuali di uguale importo, per gli interventi di sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione pozzi, nonché per la realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili.