22.10.2024 Icon

Quando la legge sbarra la strada, la Cassazione apre nuove vie

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 25088 del 18 settembre 2024, ha affrontato un caso di servitù coattiva di passaggio, fornendo importanti chiarimenti sull’interpretazione dell’art. 1051 del Codice civile.

Il caso riguarda il proprietario di un fondo che confina con una strada provinciale, ma che non può accedervi direttamente per motivi di sicurezza.

L’attore chiede la costituzione di una servitù coattiva di passaggio sul fondo dei vicini, dopo che la sua richiesta di usucapione era stata respinta.
La Corte d’Appello di Brescia ha negato la servitù coattiva, sostenendo che il fondo del proprietario avesse già un accesso alla strada provinciale, seppur non autorizzato.

La Cassazione ha invece cassato questa decisione, enunciando due importanti principi di diritto:
1) L’impossibilità di accedere alla via pubblica, ai fini della costituzione di una servitù coattiva di passaggio, può derivare non solo da ostacoli fisici, ma anche da impedimenti giuridici, come divieti di legge o della pubblica amministrazione.
2) Se il consulente tecnico d’ufficio ha accertato l’impossibilità di ottenere l’autorizzazione per l’accesso, non è necessario che il richiedente dimostri di aver presentato e visto respinta una formale richiesta di autorizzazione.

La Corte ha così chiarito che l’interpretazione dell’art. 1051 c.c. deve essere ampia e funzionale, considerando “intercluso” un fondo anche quando l’accesso alla via pubblica è legalmente o amministrativamente impossibile, non solo quando è fisicamente ostacolato.

Questa sentenza rappresenta un importante passo avanti nella tutela del diritto di proprietà e nell’uso razionale dei fondi.

La Cassazione ha dimostrato sensibilità alle esigenze pratiche dei proprietari, riconoscendo che un accesso teorico ma inutilizzabile equivale a nessun accesso.

La decisione potrebbe avere rilevanti implicazioni in molti casi simili, soprattutto in aree rurali o periferiche dove le norme sulla sicurezza stradale possono creare situazioni di isolamento per alcuni fondi.

In conclusione, la Corte ha ribadito che lo scopo della servitù coattiva è garantire l’effettiva fruibilità dei fondi, non solo sulla carta ma nella realtà concreta.

Un principio che, applicato con saggezza, può contribuire a risolvere molte situazioni di stallo e promuovere un uso più efficiente del territorio.

Autore Valeria Bano

Senior Associate

Milano

v.bano@lascalaw.com

Desideri approfondire il tema Responsabilità Civile ?

Contattaci subito