È nata una piattaforma sociale che tutela la creatività degli artisti, senza che le pubblicazioni siano utilizzate per alimentare gli algoritmi di intelligenza artificiale.
La pratica dell’impiego di contenuti non autorizzati per l’addestramento degli algoritmi di intelligenza artificiale è concretamente osteggiata da Cara, la nuova rete sociale, interamente autofinanziata, fondata dalla fotografa cinese Jingna Zhang.
La fondatrice di Cara, peraltro, è protagonista di alcuni contenziosi, sempre sul presunto illecito utilizzo di opere protette da copyright.
Si tratta di una piattaforma sociale gestita dagli artisti, che si oppone alle pratiche di Meta di sfruttamento dei contenuti pubblicati per l’alimentazione della propria intelligenza artificiale (il riferimento va principalmente a Facebook e, soprattutto, ad Instagram).
Gli artisti possono, infatti, utilizzare la nuova piattaforma per la promozione dei loro contenuti, senza rischiare che i propri post vengano utilizzati per l’addestramento degli algoritmi.
La nuova rete sta guadagnando un notevole numero di utenti, che vogliono opporsi al web scraping di contenuti protetti da copyright senza che sia stato rilasciato alcun consenso al riguardo.
Tanto più se si considera che la tutela concessa ai creatori rispetto all’utilizzo illecito di contenuti nell’ambito dell’addestramento degli algoritmi è allo stato intesa in una prospettiva solo ex post, di negazione dell’autorizzazione all’utilizzo, che potrebbe non avere effetti retroattivi in relazione ad un impiego già posto in essere.
E il tema è maggiormente avvertito fuori dall’Europa, atteso che nei confini europei gli artisti sono in parte protetti dalla normativa comunitaria.
Questa startup innovativa si propone, quindi, come una possibile soluzione di uno dei principali temi sorti riguardo al difficile rapporto tra AI e diritto d’autore, ossia il concreto rischio che quanto pubblicato possa diventare, senza il consenso dei titolari, parte delle creazioni di intelligenza artificiale, che peraltro potrebbero sembrare erroneamente autentiche.
Nella consapevolezza che l’industria creativa utilizzerà sempre di più l’AI, lo scopo della piattaforma è, infatti, anche quello che di consentire al pubblico una agevole ricerca tra creazioni autentiche, ossia non create con l’ausilio dell’AI.
L’idea di Jingna Zhang sarà davvero competitiva e pericolosa per Meta, come potenzialmente parrebbe essere? Il tempo ce lo dirà. Sicuramente rappresenta uno strumento concreto di tutela degli artisti e della loro creatività.