30.06.2023 Icon

La seconda vita degli Npl

Negli ultimi tre anni il mercato dei crediti deteriorati e tutti i player del settore hanno fatto enormi passi in avanti grazie, anche, al contributo decisivo dei servicer e degli investitori di NPE. Tuttavia, non è ancora il momento di rilassarsi e farlo in questo momento sarebbe un passo falso.

Entro fine anno, infatti, è atteso il recepimento della direttiva per il mercato secondario degli Npl e le prossime sfide che attendono, nello specifico, gli intermediari finanziari attivi nel settore NPL/UTP a 360 gradi, non sono da sottovalutare.

Nel recente Utp&Npl Summit è stata fornita una chiara picture dello scenario passato e attuale del mondo Npl: a causa della recessione dovuta alla pandemia tra il 2008 e 2014 che ha colpito il mondo occidentale e pesantemente l’Italia, nel 2015 lo stock di Npl era pari a 360 miliardi di euro, mentre alla fine di dicembre 2022 erano scesi a 66 miliardi (con una flessione di oltre l’80%).

Attualmente, l’incidenza sul mercato degli Npl è in linea con quella media delle banche europee vigilate e, infatti, ad oggi il fardello dei deteriorati si è alleggerito e gli NPL si sono trasformati, paradossalmente, nuovamente in un business che genera un largo profitto.

L’attività di pulizia negli anni precedenti ha generato un “nuovo” sviluppo del mercato secondario degli NPL che, ricordiamolo, era quasi completamente assopito fino a qualche anno fa e sorpassato largamente dal mondo Utp.

Questo dato positivo è dovuto a diversi fattori: la fine (forse) dello spettro di una nuova recessione mondiale dovuta, stavolta, alla importante crisi in Cina del real estate, il pressing del sistema di vigilanza, l’introduzione di nuovi meccanismi early warnings e gli incentivi fiscali introdotti nel 2020 con il Decreto Cura Italia utile a favorire la cessione degli Npl mediante la conversione in crediti d’imposta.

Dobbiamo, inoltre, menzionare e non sottovalutare il fattore che è riuscito, forse più di tutti gli altri, a cambiare il mondo delle sofferenze in Italia ovvero l’introduzione della garanzia pubblica sulle cartolarizzazioni delle sofferenze: le c.d. Gacs. Infatti nel periodo 2017-2022 più del 50% delle operazioni di cartolarizzazione di Npl sono state realizzate con l’ausilio dello strumento Gacs.

Ma quali sono le prospettive future?

Attualmente il “sistema Gacs” sembra congelato in vista di un possibile nuovo importante utilizzo, mentre sul fronte della qualità del credito, complice in primis il forte rialzo dei tassi, non si può escludere un prossimo nuovo peggioramento delle condizioni del credito.

Per tali motivi è necessario proseguire nel rafforzamento dei controlli in tutte le fasi del processo del credito affinchè il mercato degli Npl resti trasparente, attivo e credibile.

Come?

Con il rafforzamento del meccanismo di governance e di controllo dei servicer, con la richiesta di maggiore prudenza nella predisposizione dei piani industriali e definendo sistemi di monitoraggio dei recuperi più efficaci e tempestivi.

In tal senso, il recepimento della prossima Direttiva relativa ai gestori e acquirenti dei deteriorati avrà un ruolo centrale nello sviluppo del mercato secondario europeo degli NPL.

Difficile, quindi, dare oggi una previsione realistica. Nulla è, infatti, da escludere e l’equilibrio sin qui raggiunto potrebbe essere compromesso da improvvisi cambi di scenario con i quali, negli ultimi anni, abbiamo imparato a convivere.

Autore Tiziano Berti

Associate

Milano

Tiziano.Berti@uniqlegal.it

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