Io scorso 23 ottobre 2025 la Banca d’Italia ha pubblicato delle nuove raccomandazioni sull’esercizio di autovalutazione dei rischi di riciclaggio e finanziamento del terrorismo, rivolte agli intermediari soggetti alla sua vigilanza.
La necessità di tali linee guida deriva soprattutto dall’indagine che nel 2024 la Banca d’Italia ha condotto su un ampio campione di operatori, dalla quale sono emerse prassi disomogenee e, in certi casi, delle vere e proprie carenze nella strutturazione dei processi.
Il processo di autovalutazione rappresenta, in generale, un momento di autodiagnosi organizzativa, in cui l’intermediario è chiamato a esaminare con spirito critico la propria operatività, i canali distributivi, i prodotti e la clientela, tenendo conto delle evoluzioni normative, tecnologiche e di mercato: in questo senso, la Banca d’Italia ribadisce per l’appunto che l’autovalutazione del rischio non deve essere intesa come un mero adempimento formale o burocratico, ma come una componente strategica del sistema di governo dei rischi aziendali.
Le quattro aree di intervento raccomandate
Le aree oggetto delle raccomandazioni riguardano in particolare:
- governance e organizzazione: la funzione antiriciclaggio deve coordinare l’intero processo, in stretto raccordo con le altre funzioni di controllo interno (risk management, compliance, audit);
- formalizzazione del processo: la Banca d’Italia suggerisce di adottare una policy dedicata che descriva nel dettaglio ruoli, responsabilità, sequenza temporale delle attività, metodologie di analisi, indicatori di rischio, fonti informative e strumenti di supporto informatico;
- metodologia e dati: viene raccomandato un approccio integrato che combini analisi quantitative (dati transazionali, statistiche operative) e giudizi qualitativi basati sull’esperienza delle funzioni di controllo. L’uso di strumenti informatici e modelli automatizzati è considerato una buona prassi per garantire tracciabilità e replicabilità;
- dimensione di gruppo: per i gruppi bancari, l’autovalutazione deve essere condotta con criteri omogenei a livello consolidato.
Aspetto cruciale delle raccomandazioni riguarda la cultura organizzativa: la Banca d’Italia sottolinea che la gestione del rischio antiriciclaggio non può essere confinata alle funzioni specialistiche, ma deve diventare parte integrante del modo in cui tutta l’organizzazione percepisce e affronta i rischi.
Ciò richiede formazione diffusa, comunicazione interna trasparente, reporting periodico agli organi aziendali e un sistema di monitoraggio delle azioni correttive che consenta di valutare nel tempo l’efficacia delle misure adottate.
Un processo continuo e proporzionato alla complessità
In questo senso l’autovalutazione viene vista come un processo continuo, proporzionato alla complessità operativa e costantemente aggiornato in base ai mutamenti del contesto.
Ciò con l’obiettivo di trasformare questa attività da mero obbligo normativo a strumento di prevenzione attiva e di rafforzamento della fiducia nel sistema finanziario, contribuendo alla stabilità complessiva del mercato e alla tutela della reputazione degli operatori.
03.10.2025