Per supportare le piccole banche (c.d. Less Significant Institutions) nella gestione dei crediti deteriorati – che risultano aumentati dall’1,7% al 2,3% – la BCE ha deciso di introdurre nuove regole simili a quelle già in vigore per le banche più grandi.
Per fare ciò ha previsto l’introduzione graduale di linee guida sino al 2028 che, al fine di raggiungere lo scopo di smobilizzare i crediti insoluti da oltre 6 anni, saranno applicabili ai prestiti erogati in data antecedente al 26 aprile 2019.
Sembra essere quindi giunto il momento per ridurre gli NPL più storici e poco garantiti, sistemando così anche i bilanci delle LSI, ma ciò andrà fatto con la massima cautela e trasparenza, diminuendo la differenza tra i vari istituti di credito mediante l’applicazione di standard – per quanto possibile – comuni.
Cosa andrà a cambiare per le piccole banche con l’applicazione delle nuove linee guida?
L’obiettivo è quindi quello di rafforzare la solidità patrimoniale delle LSI che, con minori riserve allocate a copertura degli NPL e un rischio più elevato sui bilanci, hanno necessità di maggiori accantonamenti per coprire le possibili perdite.
Questo può essere possibile, in primo luogo, fornendo nuovi strumenti, sistemi informativi, potenziando quelli già esistenti e assicurando agli addetti del settore una competenza specialistica ma, altresì, standardizzando il più possibile le varie normative (europea e nazionale).
Il risultato porterà sicuramente ad un cambio dei criteri di concessione del credito, che diverranno più rigorosi, e ad un iniziale aggravio di costi da parte delle piccole banche che si troveranno ad una riorganizzazione, in primo luogo volta ad implementare il piano di controlli interni.
Nel primo periodo si prevede quindi di registrare meno profitti al fine di aumentare nel medio/lungo periodo gli accantonamenti che permetteranno agli istituti di credito di avere abbastanza capitale da poter ricorrere ad eventuali operazioni di cessione e/o cartolarizzazione per mezzo delle quali smaltire velocemente gli NPL.
Quali saranno le tempistiche?
L’autorità di vigilanza osserverà la situazione al fine di avere una fotografia dei vari scostamenti sino a dicembre 2025 (sono già state previste sino al 27 ottobre prossimo varie consultazioni con i vari istituti del settore bancario), mentre a partire da gennaio 2026 comincerà un periodo transitorio della durata di 3 anni durante il quale inizierà l’applicazione della nuova disciplina.
In questo periodo, la vigilanza andrà a verificare i rischi e le specifiche condizioni di ciascuna banca, in base alla natura delle garanzie e alla capacità di recupero del credito, valutando così quali istituti assoggettare eventualmente alle nuove procedure.
L’obiettivo è pertanto quello di avere nei prossimi anni un sistema bancario più solido, una gestione più trasparente e standardizzata con una qualità più alta del credito, il tutto facendo in modo che l’economia e, per l’effetto, la produttività non vengano rallentati dalle nuove procedure.