Professoressa Severino, i dati parlano di un miglioramento nei tempi della giustizia e una diminuzione del numero dei processi pendenti, anche se servono ancora più di 8 anni per una sentenza di Cassazione. Che ne pensa?
«Io credo che un miglioramento ci sia, che si sia lavorato molto su questo fronte ma che quando si attuano riforme strutturali serve tempo perché i risultati siano visibili. Ma tutti gli osservatori constatano questo miglioramento grazie ad alcuni interventi, come in particolare il processo civile telematico che ha contribuito a una maggiore efficienza e allo snellimento delle cause».
Anche il tribunale civile delle imprese è considerata una grande innovazione e di successo, in particolare dalle aziende…
«Sì, la sezione specializzata nelle imprese rappresenta un esperimento che abbiamo varato durante il nostro governo, con poche materie selezionate ma molto specialistiche. Il ragionamento alla sua base è stato che un giudice specializzato impiegherà meno tempo ad emettere la sentenza perché conosce bene il tema e poi che la predictability (cioè la prevedibilità) delle sue decisioni aumenterà, perché le sue sentenze saranno orientate in un certo modo, e tutto questo creerà maggiore certezza del diritto e un minor numero di impugnazioni. Addirittura in alcuni tribunali italiani si è sotto la media europea come durata del processo: quindi un grande risultato».
È un esperimento che si può estendere anche ad altri settori?
«Penso di sì, sarebbe possibile per il diritto penale d’impresa: si è ormai consolidato un corpo di norme molto tecnico come l’insider trading, l’aggiotaggio, i reati tributari, l’elusione e l’evasione fiscale. Una specializzazione in queste materie sarebbe auspicabile per non trovarsi con un giudice che un giorno giudica un furto comune e l’indomani un aggiotaggio e che quindi può trovarsi non a proprio agio con dei concetti che richiedono una elaborazione dogmatica molto approfondita. Si avrebbe maggiore certezza del diritto, che è quella che invocano gli investitori esteri quando arrivano in Italia: vogliono rispettare le regole ma chiedono una giurisprudenza chiara sull’interpretazione delle leggi. Questo aiuterà anche lo sviluppo dell’economia».
Fabrizio Massaro