07.04.2020

Il dietrofont di JP Morgan: valuta lo stop ai dividendi

  • Il Sole 24 Ore

«Una brutta recessione» che riporta echi sinistri «simili alla crisi finanziaria del 2008». Jamie Dimon, il numero uno di JPMorgan, nella lettera annuale agli azionisti si sofferma sulle conseguenze dell’epidemia del coronavirus. La più importante tra le banche americane «non sarà immune dallo stress» di questo difficile periodo secondo il ceo e presidente, che la guida dal 2006. Dimon mette le mani avanti sulle prospettive: JPMorgan potrebbe decidere, per la prima volta nella sua storia, di sospendere la distribuzione dei dividendi agli azionisti, se si verificheranno «condizioni estremamente avverse» – come sta già avvenendo – per la prima economia mondiale.

Dimon, 64 anni, è appena rientrato in JPMorgan dopo un intervento cardiologico il mese scorso, in un momento estremamente delicato per il settore del credito: dopo essere state responsabili degli eccessi che hanno portato alla crisi subprime nel 2008 e salvate dallo Stato, le banche americane vengono ora invitate a sostenere milioni di persone e imprese in crisi di liquidità, per evitare il rischio fallimento e povertà.

Secondo il numero uno della più importante banca mondiale per market cap, il settore bancario Usa, nonostante il rafforzamento di capitale e la pulizia dagli asset tossici nel decennio, ha delle potenziali vulnerabilità se l’economia non ripartirà entro fine anno. Negli ultimi anni JPMorgan ha registrato un incremento sostenuto dei dividendi pagati agli azionisti, che hanno raggiunto un payout trimestrale di 90 centesimi per azione.