23.09.2021

Corsa del gas, la Ue: interventi su Iva, accise e consumatori

  • Il Corriere della Sera

Era il primo incontro dei ministri dell’Energia e Trasporti dei 27 Paesi Ue dalla presentazione a luglio da parte della Commissione del pacchetto «Fit to 55», che contiene le proposte legislative per raggiungere gli obiettivi climatici al 2030 e al 2050 che l’Ue si è data. Ma era inevitabile che sul tavolo del consiglio informale a Brdo, in Slovenia, finisse il tema dell’aumento del prezzo del gas e dell’elettricità che sta preoccupando gli Stati membri per le ricadute su famiglie e imprese. «Nelle prossime settimane verrà presentato un toolbox (cassetta per gli attrezzi, ndr) di misure conformi alle regole Ue che gli Stati membri possono usare da subito per intervenire sull’aumento dell’energia», ha detto la commissaria Ue all’Energia Kadri Simson.

La commissaria ha spiegato che i Paesi «già oggi possono agire sull’Iva e le accise, e con misure dirette per Pmi e consumatori vulnerabili» e che durante l’estate la Commissione ha già dato assistenza agli Stati Ue che hanno subito l’impatto l’aumento dei prezzi prima degli altri. «A partire da questo lavoro bilaterale — ha detto — presenteremo un pacchetto di strumenti che possa aiutare gli Stati membri a scambiarsi esperienze e navigare tra le opzioni disponibili». Una regia comune per soluzioni individuali. «Vediamo che le ragioni per l’aumento nei prezzi dell’energia all’ingrosso sono principalmente globali, e dunque comuni a tutti gli Stati membri, ma i consumatori privati nell’Ue potrebbero percepire un diverso impatto perché i prezzi all’ingrosso rappresentano in media solo un terzo della bolletta». Del resto l’energy mix cambia da Paese a Paese e questo fa sì che il costo della bolletta energetica cambi. Poi ci sono le tasse e altri oneri a seconda degli Stati. Ma le differenza non si limitano alla struttura della bolletta, riguardano appunto anche la produzione. Ci sono pure differenze sullo stoccaggio del gas. L’arrivo della stagione fredda crea preoccupazione in alcuni Stati di fronte alla riduzione dei flussi provenienti dalla Russia. Gli stoccaggi italiani, che come quelli francesi sono regolati, sono pieni per oltre l’80%, mentre Germania e Olanda sono al 60% e il Regno Unito non ne ha più (ha chiuso l’ultimo nel 2017).

Lunedì scorso la Spagna ha scritto alla Commissione per chiedere che siano definite a livello europeo linee guida che consentano agli Stati membri di reagire immediatamente quando il mercato energetico è sotto stress e di adottare misure per prevenire la speculazione finanziaria nel mercato degli Ets (il sistema lo scambio delle quote di CO2). Tra le richieste c’è anche la riforma del mercato elettrico. Per Madrid c’è il rischio di mettere in pericolo sia la ripresa economica sia la transizione verde. «Non credo che la struttura del mercato dell’elettricità abbia contribuito all’aumento dei prezzi», ha detto Simson, aggiungendo che «un mercato integrato dell’energia è il modo più efficace, in termini di costi, per garantire una fornitura sicura e a prezzi accessibili ai cittadini europei». Per la Commissione Ue la via da seguire è l’aumento della produzione da fonti verdi e il miglioramento dell’efficienza energetica: «Quello che vediamo — ha osservato — è che le fonti rinnovabili ora stanno offrendo i prezzi migliori ai consumatori».

Il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini ha ribadito il sostegno italiano al pacchetto «Fit for 55» sottolineando che richiederà un approccio coordinato e coerente che coinvolgerà numerosi settori.