Il lancio di Sora 2, ossia la nuova versione di Sora, un generatore di video basato sull’intelligenza artificiale, ha infiammato il già acceso dibattito in tema di tutela del copyright.

Il caso
In un primo momento, il mondo creativo ha manifestato le proprie preoccupazioni in relazione al fatto che la nuova versione del noto generatore di video di OpenAI basato sull’AI prevederebbe la possibilità che i video generati contengano materiale protetto da copyright, a meno che i titolari dei diritti non si premurino di chiedere espressamente l’esclusione delle proprie opere.
Si tratta del noto meccanismo dell’opt-out, che ha in più occasioni allarmato i creativi, che si vedono in tal modo effettivamente gravati di oneri gravosi di controllo e di segnalazione dell’impiego illecito di materiale protetto.
Questa logica della sola possibilità di ricorrere ad una sorta di reclamo ex post desta preoccupazione al pari del principio del c.d. fair use, cui ricorrono le società di sviluppo di AI per giustificare l’utilizzo del materiale protetto nell’addestramento degli algoritmi.
A fronte di queste preoccupazioni, il CEO di OpenAI, Sam Altman, ha successivamente promesso controlli più stringenti su Sora 2 per quanto riguarda il copyright, nonché il pagamento di un compenso ai detentori dei diritti che concedano il permesso di utilizzare i propri contenuti.
Cosa possiamo aspettarci
Occorrerà ora monitorare la questione per capire se le misure di sicurezza che sono state promesse in risposta alla crescente preoccupazione degli artisti porteranno effettivamente all’introduzione di una logica opposta e maggiormente tutelante per il mondo creativo, ossia un’opzione di opt-in per la condivisione della propria immagine, che preveda, quindi, un’autorizzazione preliminare e non una mera richiesta di esclusione postuma.