22.07.2021 Icon

L’impatto della pandemia sugli strumenti di pagamento

Com’è ormai noto, lo scoppio della pandemia da Covid-19 ha rappresentato per l’economia globale un vero e proprio shock, influenzando drasticamente i comportamenti delle imprese e dei consumatori nonché le loro abitudini di spesa e di pagamento.

Nell’approfondimento pubblicato il 14 luglio online sul sito di Banca d’Italia viene analizzato e valutato proprio l’impatto che la pandemia ha avuto sull’utilizzo degli strumenti di pagamento al dettaglio in Italia.

In tale pubblicazione, dopo un breve quadro d’insieme sulle tendenze di pagamento prevalenti negli anni precedenti alla diffusione dell’epidemia – in cui comunque si registrava una progressiva crescita dell’utilizzo di strumenti di pagamento alternativi al contante – viene analizzata la dinamica dei principali indicatori sulle abitudini di pagamento durante le due ondate di contagi che hanno interessato il Paese.

Gli effetti sull’industria dei pagamenti sono stimati utilizzando diverse misure di intensità della pandemia, in grado di cogliere l’impatto dei timori di contagio sui comportamenti di famiglie e imprese e quello delle misure di contenimento dell’infezione, che hanno imposto vincoli alla mobilità sociale e alle attività produttive e commerciali.

Le stime mostrano, infatti, che la pandemia ha incrementato l’uso delle carte nelle transazioni al punto di vendita fisico in sostituzione del contante ed ha incoraggiato le transazioni tramite tecnologie di pagamento più innovative che favoriscono il distanziamento fisico, come gli acquisiti con carte in modalità contactless, quelli sui siti e-commerce e quelli tramite bonifico.

Inoltre, l’analisi a livello territoriale ha suggerito che l’aumento dei pagamenti elettronici a più elevato tasso di innovazione è stato più accentuato al Centro e nel Mezzogiorno, aree nelle quali, precedentemente alla pandemia, la diffusione di quei mezzi di pagamento era più contenuta rispetto al Nord del Paese. L’incidenza degli acquisti online, invece, è cresciuta di più al Nord, caratterizzato da un ecosistema digitale più evoluto e colpito da una più acuta emergenza sanitaria e quindi da restrizioni più stringenti, almeno nella fase della prima ondata.

Alla luce di questa analisi, si osserva come i servizi di pagamento digitali si siano rivelati comunque una risorsa fondamentale sia per le imprese sia per i consumatori, modificando i processi di scambio tradizionali ma consentendo maggiore continuità nelle loro attività quotidiane e supportando i consumi privati durante la più grave recessione del dopoguerra.

Nel complesso, la pandemia potrebbe rappresentare un “punto di svolta” nel processo di digitalizzazione del Paese e di sostituzione dei vari mezzi di pagamento nella società.

Infatti, comprendere l’evoluzione della domanda di contanti e degli altri mezzi di pagamento è di fondamentale importanza per le banche centrali al fine di promuovere e garantire il buon funzionamento del sistema dei pagamenti nell’economica.

Occorre comunque rilevare che la transizione verso una società senza contanti potrebbe comportare barriere all’accesso ai servizi di pagamento per alcune classi sociali, oltre all’impossibilità di fare affidamento su attività liquide in tempi di difficoltà economica. Proprio per questi motivi, le banche centrali stanno valutando l’emissione di una valuta digitale che possa svolgere un ruolo complementare al denaro contante e agli strumenti di pagamento per rispondere alle esigenze della società che si evolve e che, possiamo dirlo, a seguito della pandemia si sta evolvendo più velocemente.

Maria Gioia Muraca – m.muraca@lascalaw.com

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