eBay deve rimborsare gli utenti per le truffe subite quando utilizzano i servizi del negozio di e-commerce. Per la prima volta, una sentenza del giudice di Pace di Milano – comunicata ieri – stabilisce questo principio. E apre le porte a varie possibili rivalse contro i big del web. La giurisprudenza finora li aveva considerati non responsabili per gli illeciti compiuti dai loro utenti. Ma il vento sembra cambiato e ora è eBay a farne le spese.
La truffa risale al 2013. Circa 150 persone avevano comprato a prezzi stracciati, da un utente su eBay, cellulari che non sono mai stati consegnati. Alcuni di loro avevano sottoscritto l’acquisto dopo che – a loro insaputa – il venditore era già stato segnalato a eBay da altri utenti. Ed è proprio questo il punto su cui si basa la sentenza: «Il giudice è stato il primo ad applicare correttamente la legge 70 del 2003, secondo cui il provider assume la responsabilità civile del danno se non interviene subito dopo esserne stato messo al corrente », spiega Antonino Polimeni, l’avvocato degli utenti truffati. eBay, in questo caso, ci ha messo tre mesi per chiudere l’account del truffatore.
«In decine di casi precedenti, l’azienda è sempre stata considerata non responsabile – aggiunge Polimeni – perché si stabiliva che gli utenti avrebbero dovuto provvedere con una segnalazione formale, con raccomandata. Ma il giudice di Milano ha valutato che è sufficiente il normale strumento di segnalazione fornito sul web dalla stessa eBay».
L’azienda ha provato a scagionarsi rilevando l’incauto acquisto degli utenti, che hanno pagato con bonifici o ricariche Postepay invece della più sicura carta di credito o Paypal. Ma per il giudice non è motivo sufficiente di discolpa. Da parte sua, eBay ha fatto sapere a Repubblica che farà ricorso e sottolinea come il giudice si sia limitato a riconoscere il rimborso ma non i danni richiesti e come abbia chiarito che eBay non possa essere considerata responsabile per le attività degli utenti.
Su questo stesso filone, una storica sentenza della Corte di Cassazione nel caso di Rti contro Yahoo!, lo scorso 19 marzo: ha stabilito che Yahoo! deve rimuovere subito i contenuti illeciti caricati dai suoi utenti (spezzoni di trasmissioni televisive Mediaset) dopo averne ricevuto segnalazione. La Germania, prima al mondo, è arrivata ad approvare una legge che impone ai social di rimuovere contenuti illeciti entro 48 ore, pena una multa fino a 50 milioni di euro. «I big del web hanno perso l’aura di impunità. Si apre così uno scenario in cui aziende come Google, eBay, Facebook saranno tenute a dotarsi di strutture per gestire con tempestività le segnalazioni degli utenti, pena diventare responsabili dei relativi illeciti», sottolinea Polimeni.
Alessandro Longo