02.10.2025

Stretta sulle imprese inquinanti

  • Italia Oggi

Stretta sulle aziende che inquinano. Si allarga il perimetro della responsabilità amministrativa degli enti di cui al decreto legislativo 231 08/06/2001, n. 231 con i nuovi reati-presupposto che consentono le sanzioni pecuniarie alle società. E ora, per una serie di reati sui rifiuti puniti a titolo di colpa, si applicano le sanzioni previste per le ipotesi dolose ridotte da uno a due terzi. Estese le interdittive: revoca di autorizzazioni, divieto di contrattare con la Pa, stop alle attività e perfino alla chiusura definitiva se l’azienda è usata stabilmente per compiere gravi delitti ambientali. Arresto in flagranza differita entro 48 ore da video e foto che provano il reato.

Sì definitivo della Camera al disegno di legge di conversione del decreto-legge 08/08/2025, n. 116, che andava convertito entro il 7 ottobre: al Senato, dove il Governo ha ottenuto la fiducia sul testo, il dl Terra dei Fuochi è stato modificato in modo significativo con l’inasprimento delle sanzioni accessorie, l’introduzione di nuove fattispecie aggravate e l’adeguamento del regime di contravvenzioni e delitti. Il tutto dopo la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo del 30/01/2025 sull’inquinamento di terreni e falde acquifere tra le province di Napoli e Caserta.

Ampio catalogo

La responsabilità amministrativa della società si configura per i delitti punibili a titolo di colpa come abbandono di rifiuti, pericolosi e non, attività di gestione non autorizzata, e spedizione illegale. Si allunga, dunque, il catalogo dei reati che fanno scattare le sanzioni pecuniarie alle aziende: impedimento del controllo (fino 250 quote); omessa bonifica (400-800); attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti (400-600); abbandono rifiuti in casi particolari (350-450 quote); abbandono rifiuti pericolosi (400-550 quote); combustione illecita rifiuti (da 200 fino a 1.000 quote, secondo la gravità e la tipologia).

Sanzioni elevate scattano se si tratta di rifiuti ad alta radioattività (450-750) e per le nuove fattispecie aggravate introdotte (da 500 a mille quote). Le misure interdittive prima previste per inquinamento e disastro ambientale dolosi sono estese ad attività organizzate per traffico illecito di rifiuti e al traffico di materiale radioattivo. Cade il tetto un anno per la durata dello stop nell’ipotesi d’inquinamento ambientale.

Patente sospesa

Palazzo Madama, poi, ha introdotto lo stop a licenze, concessioni, appalti e finanziamenti pubblici in caso di condanne definitive per reati ambientali, con tanto di decadenza dalle autorizzazioni ed erogazioni in corso. Il pm può chiedere l’amministrazione giudiziaria dell’impresa che agevola una persona sottoposta a procedimento penale sempre per gravi delitti contro l’ecosistema.

Ampio il capitolo in favore dei Comuni: multe fino a tre mila euro e fermo dell’auto fino a un mese per chi abbandona rifiuti urbani accanto ai contenitori per la raccolta presenti lungo le strade, violando le disposizioni locali sul conferimento. Per l’abbandono o il deposito di rifiuti non pericolosi l’ammenda sale da 1.500 a 18 mila (prima il range era mille-diecimila) e se c’è l’utilizzo di un veicolo per il conducente scatta la sospensione della patente di guida, che dopo la modifica al Senato è da quattro a sei mesi. Per i titolari di imprese e responsabili di enti arriva una nuova contravvenzione, punita con l’arresto da sei mesi a due anni o con l’ammenda da tremila a euro 27 mila euro per l’abbandono o il deposito incontrollato di rifiuti. Sanzionate le imprese di autotrasporto non iscritte all’albo nazionale dei gestori ambientali. Istituito presso la presidenza del Consiglio dei ministri il dipartimento per il Sud.