Archiviata l’assemblea di Mediobanca con la nuova governance, ora si aprono i lavori per integrare le attività dell’istituto milanese con quelle del Monte dei Paschi che controlla Piazzetta Cuccia con l’86,3%. Si parlerà di private, corporate e investment banking, attività centrale di Mediobanca. Ora che gli assetti sono definiti, tra i cantieri che verranno aperti ci potrebbero essere anche le partecipazioni di Mediobanca, oggi sotto l’influenza di Mps e dei suoi soci, a partire da Delfin che del polo bancario è il primo azionista con il 17,5%.
Tra queste anche quel 25% che Piazzetta Cuccia custodisce nel complesso ospedaliero Ieo-Monzino con l’istituto oncologico, nato per volontà di Umberto Veronesi, da un’idea del cardiologico Cesare Bartorelli e da una donazione dell’imprenditore Italo Monzino. Due poli di assoluta eccellenza nella sanità italiana che hanno bisogno di capitali e attenzione per continuare a competere con i grandi centri internazionali. Proprio sulla crescita di quei centri ospedalieri potrebbe oggi coagularsi un nuovo progetto per rilanciare un polo di eccellenza internazionale in campo ospedaliero, nella ricerca integrata, nella tecnologia basata sull’AI e nelle scuole per l’alta specializzazione. Ci aveva già pensato Leonardo Del Vecchio, fondatore di Delfin e di Essilux, quando nel 2018, attraverso la Fondazione che porta il suo nome, aveva ricevuto in donazione da Unicredit, all’epoca guidata da Jean-Pierre Mustier, la quota nello Ieo-Monzino che ha portato la partecipazione all’attuale 18,5%. La fondazione è presieduta da Nicoletta Zampillo e nel cda vede il presidente e ceo Francesco Milleri e il ceo di Unicredit Andrea Orcel. Del Vecchio, affiancato da Milleri (nel board Ieo-Monzino) aveva disegnato il progetto di un campus medico scientifico e aveva acquistato oltre 100 ettari attorno allo Ieo per ampliare la struttura, proprietà che la Fondazione ha in portafoglio. Un progetto ambizioso che il patron avrebbe sostenuto con una donazione da oltre 500 milioni con la sua Fondazione. Il piano aveva scatenato un duro confronto con Mediobanca che non voleva perdere il controllo dall’altra aprire all’ipotesi di trasformare di Ieo-Monzino in una fondazione, ipotesi avanzata perché la donazione di Del Vecchio non finisse per arricchire le posizioni dei singoli soci. Per il fondatore è stata un’occasione persa per restituire parte della sua fortuna, per Milano e per la sanità.
Ora potrebbero esserci le condizioni per poter riaprire quel cantiere, in condivisione e armonia con gli altri azionisti. Vale a dire il gruppo Unipol (14,3%), Intesa Sanpaolo sopra il 7%, Pirelli, Generali (il 13,2% è di Mediobanca), Allianz, Banco Bpm (azionista di Mps con il 4%), con quote tra il 5 e il 6%. Il mercato è tornato a parlare del progetto, in particolare il tessuto finanziario, sanitario e imprenditoriale della città. Si immagina ora un intervento più grande che vedrebbe l’apertura a tutte le Fondazioni milanesi, per mettere assieme le forze della società civile. Anche perché ora un piano così ambizioso potrebbe richiedere, si stima sul mercato, un valore ben superiore, anche oltre il miliardo, per adeguare strutture e tecnologie. L’idea sarebbe di trasformare lo Ieo-Monzino in una Fondazione per aggregare altre realtà no profit, anche internazionali. Magari in una sede legale distinta da quella attuale di piazzetta Cuccia.


 
                        