Prende quota l’ipotesi di una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali (sarebbe la quinta), fortemente voluta dalla Lega, ma con alcuni accorgimenti per escludere coloro che sono decaduti più di una volta dalle precedenti rottamazioni e contenere il numero di rate. Questa rottamazione quinquies avrebbe comunque un costo di qualche miliardo (minori entrate attese) e dovrà fare i conti con le altre proposte in vista della manovra 2026, a partire da quella che senza dubbio verrà adottata: la riduzione dal 35 al 33% della seconda aliquota Irpef, che si applica allo scaglione tra 28mila e 50mila euro, che richiederebbe una copertura di circa 3 miliardi.
La manovra, che il governo quantifica in 16 miliardi, lascia pochi margini per politiche espansive, osserva in audizione la Corte dei Conti. Sarà composta per 9,5 miliardi da tagli di spesa, il grosso dei quali arriverà dalla rimodulazione dei finanziamenti ai ministeri in funzione della loro capacità di spesa. Il governo dovrà comunque rifinanziare gli incentivi alle imprese, compresi quelli per Industria 5.0. Saranno rifinanziati, ha detto ieri il ministro delle Imprese Adolfo Urso, anche i contratti di sviluppo per le medie e grandi imprese e gli incentivi per l’innovazione delle piccole. Il presidente della Confindustria, Emanuele Orsini, che vorrebbe dal governo un Piano per l’industria con interventi pari a 8 miliardi l’anno per tre anni, probabilmente dovrà accontentarsi di meno, ma ieri, in vista dell’incontro convocato per lunedì da Palazzo Chigi con le associazioni imprenditoriali, ha lanciato quasi un appello alla premier Giorgia Meloni, ricordandole che nel suo intervento all’assemblea generale della Confindustria aveva promesso un grande impegno a favore delle imprese. «Ora però – ha detto Orsini – lo vogliamo vedere nei fatti».
Buoni pasto
Per i lavoratori la soglia esentasse per i buoni pasto potrebbe passare da 8 a 10 euro
Anche i sindacati, che saranno ricevuti a Palazzo Chigi venerdì, hanno fatto grandi richieste, che non verranno accolte, come la restituzione del fiscal drag per 25 miliardi mentre più chance ha la detassazione dei premi di produttività proposta da Forza Italia. Detassazione che aiuterebbe i salari reali che, ha detto l’Istat in audizione, sono ancora inferiori del 9% a quelli del 2021, tanto che «una famiglia su tre, per risparmiare, tende tagliare gli acquisti di alimenti». A favore delle famiglie il governo valuta più detrazioni per i nuclei con più di 2 figli e la proroga del congedo parentale facoltativo di tre mesi all’80% dello stipendio. Per i lavoratori potrebbe salire da 8 a 10 euro la soglia esentasse dei buoni pasto. Risorse arriveranno dalle banche: Meloni confida in un contributo «senza intenti punitivi». Oggi i nodi saranno affrontati in un vertice di maggioranza a Palazzo Chigi.