01.12.2025

Qualità & relazioni: i trend del 2026(con più fiducia)

  • Il Corriere della Sera

I consumi in Italia restano deboli. Il contesto geopolitico è molto complesso e questo pesa sia sulle catene del valore che sulle prospettive di investimento per le imprese. La crescente incertezza alimenta l’avversione al rischio dei consumatori che si traduce in una contrazione della domanda. «Non è un momento facile. Negli ultimi mesi si osserva un rallentamento generalizzato, anche sugli alimentari, ed è un indicatore che preoccupa perché i consumi sono il motore dell’economia di un Paese — sottolinea il presidente di Federdistribuzione Carlo Alberto Buttarelli —. Servono interventi strutturali, a sostegno di famiglie e imprese, per rilanciare la domanda interna».

Per Federdistribuzione il rafforzamento del potere d’acquisto del ceto medio, che in questi anni ha sostenuto i consumi del Paese, è una priorità e la rimodulazione delle aliquote Irpef prevista dalla Manovra 2026 rappresenta un segnale positivo. «Abbiamo peraltro chiesto una maggiore incisività, soprattutto per il ceto medio, attraverso l’estensione della misura ai redditi fino a 60 mila euro», spiega Buttarelli.

Per quel che riguarda invece il sostegno alle imprese, secondo il presidente di Federdistribuzione, «il recupero delle risorse di Transizione 5.0 deve essere affiancato da misure strutturali che consentano una programmazione degli investimenti in innovazione». Investimenti che per il settore del retail hanno superato i 6,4 miliardi l’anno nel 2024, in crescita di circa il 6,3% dal 2019. Investimenti in digitalizzazione e sostenibilità ma anche sul personale (in welfare, formazione) e sulle infrastrutture (rigenerazione urbana, nuove aperture, ammodernamento, ampliamento dei negozi).

«Il retail moderno è una rete di prossimità che contribuisce a contrastare la desertificazione commerciale e a tenere vivi i territori — evidenzia Buttarelli — e riteniamo per questo che debba godere della stessa considerazione di altri settori». L’andamento dei consumi è strettamente collegato alla fiducia delle famiglie nel futuro. Misure che consentano alle famiglie di essere più ottimiste sulla propria situazione economica possono favorire una ripartenza dei consumi. «Guardiamo al 2026 con moderato ottimismo», dice Buttarelli che vede nella Manovra un’occasione per rilanciare la domanda interna.Le interpretazioni

Per quanto tra i consumatori in questa fase prevalga la prudenza nella gestione del reddito familiare, il bisogno di benessere e gratificazioni non è venuto meno. Questo si traduce in una nuova interpretazione del consumo: prevale la qualità sulle quantità e i consumi diventano strumenti per generare soddisfazione personale e relazionale, come emerge da uno studio del Censis presentato al Forum della distribuzione moderna 2025, che si è svolto il 21 novembre a Milano. Dalla ricerca risulta che l’83,9% degli intervistati acquista prodotti coerenti con i propri valori, il 75,5% privilegia prodotti sostenibili, il 56,4% si premia con acquisti dopo una giornata intensa, e il 70,6% evita acquisti impulsivi. Inoltre, l’invecchiamento della popolazione e l’aumento della quota di persone che vivono da sole, fanno sì che i negozi fisici assumano sempre più la veste di spazi di socializzazione. Secondo la ricerca del Censis, il 69,3% degli italiani considera lo shopping un’occasione per svagarsi, il 62,7% apprezza il personale disponibile e il 38% desidera spazi dedicati alla socializzazione.

Secondo Federdistribuzione, la crescita dei punti vendita di prossimità e le opportunità di affiliazione (franchising) sostengono l’auto-imprenditorialità sul territorio.«Le imprese investono ma hanno bisogno di certezze normative e di incentivi strutturali», evidenzia Buttarelli. La molteplicità di norme regionali che regolano le aperture, le vendite promozionali e lo sviluppo delle strutture commerciali rappresenta un ostacolo agli investimenti, secondo le imprese. «Serve un quadro regolatorio coerente, basato su principi comuni. La frammentazione normativa genera incertezza», conclude il presidente di Federdistribuzione.

Tra le sfide che il settore ha di fronte a sé, c’è quella dell’integrazione dell’intelligenza artificiale nei modelli di business. Integrazione che influenzerà anche le dinamiche di consumo. Il 75% degli italiani, secondo il Censis, è convinto che l’Ai avrà un impatto profondo sull’esperienza di acquisto. Dalle nuove tecnologie, che prevedono di trovare nei punti vendita, si aspettano supporto nelle scelte di acquisto (64%), personalizzazione dell’esperienza (54%) e realtà aumentata per visualizzare i prodotti prima dell’acquisto (47%).