Via libera in Consiglio dei ministri al decreto sull’ex Ilva: previsti nuovi fondi per la formazione dei lavoratori e l’integrazione dei livelli di Cig. Infatti il decreto stanzia ulteriori 20 milioni per il 2025 e il 2026. Soldi che consentiranno allo Stato di farsi carico fino al 75% dell’integrazione della cassa, un’integrazione finora sostenuta direttamente da Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria.
La notizia è arrivata ieri in serata dopo una giornata di scioperi e manifestazioni da Taranto, a Novi e Cornigliano. Non è bastata però a interrompere le proteste. Oggi lo sciopero continuerà a Novi ligure e Taranto mentre si interromperà a Cornigliano.
Oltre ai 20 milioni per integrare la cassa, il decreto autorizza l’uso di 108 milioni su 200 di un prestito ponte che consentiranno ad Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria di garantire la continuità della produzione fino a febbraio 2026, data in cui è attesa la conclusione della gara per l’assegnazione del gruppo. I restanti fondi del finanziamento ponte sono già stati destinati a interventi essenziali sugli altoforni oltre che su manutenzioni e investimenti connessi alla nuova AIA (Autorizzazione integrata ambientale) .
L’offerta
Calenda: «Disposto a dare una mano per gestire il dossier se il governo lo ritiene»
Sull’ex Ilva i sindacati non abbassano il livello dello scontro. Non quieta gli animi ’arrivo di una convocazione da parte del Ministro delle Imprese Adolfo Urso per un incontro a Roma il 28 novembre per parlare del destino di tutti gli stabilimenti del gruppo, coinvolgendo anche il sindaco di Taranto e il presidente della Regione Puglia oltre ai sindacati. Fim, Fiom e Uilm vogliono un confronto con la premier. «La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si assuma la responsabilità, ritiri il piano di chiusura presentatoci negli scorsi incontri, come condizione per ripristinare il tavolo nazionale di confronto a Palazzo Chigi garantendo l’integrità e la continuità produttiva di tutti gli stabilimenti», attaccano i segretari generali di Fim-Cisl Ferdinando Uliano, di Fiom-Cgil Michele De Palma e di Uilm-Uil Rocco Palombella. Disertare o meno l’appuntamento con Urso? Ieri sera le tre sigle dei metalmeccanici non avevano ancora deciso il da farsi.
Intanto la questione ex Ilva da industriale è diventata ancor più politica. Con il leader di Azione Carlo Calenda che su X offre aiuto: «Perdere così il primo impianto industriale del Sud è una follia. Sono pronto a dare una mano a gestire un dossier sul quale ho passato due anni se il governo lo ritiene». Mentre la segretaria del Pd Elly Schlein attacca: «Manca un piano industriale, manca un acquirente nonostante le tante parole dette poi non mantenute. Meloni intervenga e ci metta la faccia, come ama dire».