L’ obiettivo del governo è fare di Piazza Affari l’hub europeo di riferimento per le piccole e medie imprese. Passo dopo passo. Il primo, obbligato, è scuotere un mercato piccolo e debole. E lo shock iniziale non può che essere legato alla liquidità dato che a fronte di una prevalenza di società di medie e piccole dimensioni (Smid), la piazza italiana risulta oggi sottodimensionata in termini di capitalizzazione rispetto agli altri Paesi europei. Il rapporto tra listing e delisting è la spia che segnala la necessità di un intervento sistemico: a partire dal 2014, infatti, il saldo è negativo per 80 miliardi proprio in termini di capitalizzazione.
L’iniezione di liquidità nelle pmi, quotate e non, è appunto il passaggio propedeutico all’inversione di questo trend. Nasce da qui il Fondo nazionale strategico indiretto (Fnsi), un comparto di Patrimonio Rilancio istituito dal ministero dell’Economia e gestito da Cassa depositi e prestiti che si appresta a muovere i primi passi ad aprile grazie alla pubblicazione del regolamento operativo. Il Fondo, che sarà effettivamente operativo entro giugno, opererà come un fondo di fondi interamente sottoscritto dal Mef e gestito da Cdp. Sarà, quindi, un anchor investor a supporto del mercato azionario italiano. Dopo la legge Capitali, che ha introdotto numerose novità per favorire il processo diammissione di quotazione, il Fondo punta a far emergere una nuova generazione di gestori italiani e a rafforzare l’interesse da parte degli investitori istituzionali e internazionali nei confronti del mercato italiano. All’Fnsi si affiancheranno investitori privati: si muoveranno insieme per sottoscrivere quote di fondi di nuova costituzione che investono prevalentemente in titoli emessi da società italiane di media e piccola capitalizzazione. La sottoscrizione da parte del fondo gestito da Cdp potrà arrivare al 49%, mentre ilrestante 51% sarà coperto dai privati. La bozza del regolamento del Fondo, che A&F ha potuto visionare, dettaglia l’allocazione di portafoglio: almeno il 70% delle masse gestite dovrà essere investito in titoli azionari emessi da emittenti di piccole e medie dimensioni che non sono inclusi nell’indice Ftse Mib e che non appartengano al settore bancario, assicurativo e finanziario. Gli investimenti guardano alle società che rientrano nell’indice Star. A questa quota prevalente si affianca una non vincolata: gli investimenti, fino al 30% del totale, potranno riguardare tutti titoli azionari di società italiane, con fatturato superiore a 50 milioni e quotati sui mercati azionari italiani, insieme a Btp e titoli di debito emessi dai Paesi Ue e dalla Commissione europea.
A spiegare perché il Fondo di fondi è un tassello di un disegno più ampio è il sottosegretario al ministero dell’Economia, Federico Freni. Parlando a margine della cerimonia di apertura della 24esima edizione della Euronext Star conference — l’appuntamento annuale tra le società quotate sullo Star e gli investitori — Freni ha sottolineato come il Fondo di fondi «deve rendere più liquido un mercato che soffre di illiquidità, non far aumentare il listing». «Poi — ha aggiunto — è ovvioche ci aspettiamo un effetto rimbalzo, ma l’aumento del listing ci sarà soprattutto grazie all’implementazione delle nuove regole del Tuf». Il riferimento è al nuovo Testo unico della finanza che farà ordine tra le regole attuali con l’obiettivo di creare un ecosistema market friendly. «Sarà un ecosistema — ha spiegato ancora il sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze — che consentirà un accesso, ma soprattutto una permanenza sul mercato molto più semplice rispetto ad oggi, perché il problema non è soltanto l’accesso, ma anche la permanenza». A mettere in evidenza il carattere articolato del disegno che punta a incanalare risorse e risparmio verso l’economia reale è il deputato Giulio Centemero, firmatario della legge sulle startup che ha istituito il Fondo di fondi: «Stiamo lavorando intensamente e da tempo dal lato dell’offerta con il bonus Ipo e quota Lombardia (il sostegno alle pmi lombarde che vogliono quotarsi ndr), ora è importante stimolare la domanda per far sì che il mercato risulti ancora più attrattivo: dobbiamo canalizzare maggiori risorse verso gli impieghi produttivi delle pmi per arrivare a un patto tra generazioni». Il Fondo di fondi raccoglie intanto valutazioni positive. L’Associazione intermediari mercati finanziari (Aimf) sottolinea come lo strumento «consentirà di rilanciare la liquidità degli scambi sul mercato e il sistema produttivo italiano e quindi supportare ulteriormente l’occupazione e la competitività del sistema imprenditoriale». «L’associazione, che ha contribuito fattivamente al dibattito per raggiungere questo importante risultato — sottolinea il presidente Marco Ventoruzzo — attende ora che il governo approvi anche un sistema di incentivi per rilanciare la ricerca finanziaria sulle piccole e medie imprese».