05.04.2024

La sostenibilità d’impresa condizionerà il credito

  • Italia Oggi


Il rating bancario sarà sistematicamente condizionato dall’attitudine alla sostenibilità da parte dell’impresa. Quella che oggi è una vocazione, documentabile attraverso la contabilità “non finanziaria”, in breve sarà una prerogativa determinante per l’accesso al mercato dei capitali. In altri termini, i fattori Esg (Environmental, social and governance, ovvero fattori ambientali, sociali e di governance) incideranno significativamente sulla valutazione della solvibilità delle imprese affidate dal sistema bancario e, di riflesso, sulla stabilità e solidità degli stessi istituti di credito sempre più esposti ai rischi derivanti dai cambiamenti ambientali e climatici. È quanto emerge dal testo della consultazione avviata dall’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (Esma) sulle proposte di modifica dell’allegato I del Regolamento sulle agenzie di rating del credito (Crar) e del regolamento delegato (Ue) n. 447/2012 relativamente all’integrazione dei fattori Esg nelle metodologie di rating creditizio.

Esma punta, inoltre, ad introdurre una maggiore informativa sull’uso delle innovazioni tecnologiche come l’intelligenza artificiale nel processo di rating.

Le prospettive di finanziabilità

Con una migliore incorporazione dei fattori Esg all’interno delle metodologie di affidamento bancario e nella successiva divulgazione al pubblico, Esma mira non solo ad aumentare la trasparenza e la credibilità del processo di rating del credito, ma soprattutto a garantire che la rilevanza di tali fattori sia oggetto di una documentazione sistematica.

In un futuro affatto lontano l’affidabilità finanziaria delle imprese (quotate e non quotate) e la loro continuità aziendale sarà dunque inevitabilmente filtrata dalla valutazione degli impatti in tema di sostenibilità, in considerazione del ruolo centrale che l’intero sistema finanziario ricoprirà nel contesto della transizione a modelli di business rispettosi del clima e dell’ambiente. Le imprese dovranno pertanto essere sempre più in grado di guidare il mutamento e la transizione verso la sostenibilità attraverso forme innovative di gestione, volte ad un miglioramento dell’affidabilità e della competitività dell’organizzazione aziendale.

Pmi e microimprese

Attualmente non sono tenute a fornire una rendicontazione “non finanziaria”. Tuttavia, l’ampliamento del perimetro di società soggette alla disclosure obbligatoria e la necessità di coinvolgere la loro value chain negli obblighi di rendicontazione, comporterà una sempre maggiore diffusione della consapevolezza e della disponibilità di dati in materia ambientale e sociale anche da parte delle imprese ad oggi non obbligate. Per tali motivi è sempre più frequente che le banche e gli investitori finanziari richiedano alle pmi o microimprese con le quali si relazionano, la compilazione di questionari qualitativi in ambito Esg al fine di utilizzare le informazioni per la valutazione del loro merito creditizio e per la “bancabilità” delle operazioni richieste. L’Esma presenterà il suo parere tecnico alla commissione Ue entro dicembre 2024.