Mercati azionari in forte ribasso sui timori di una bolla nel settore tech americano, in particolare fra le società dell’intelligenza artificiale. A cominciare da Nvidia, i cui conti trimestrali verranno pubblicati questa sera. A Milano, peggior listino in Europa, il Ftse Mib ha ceduto il 2,12% scendendo sotto 43 mila punti a 42.838. Vendite anche a Parigi (-1,86%) e Francoforte (-1,60%). A New York il Dow Jones e il Nasdaq cedevano circa un punto percentuale, con Nvidia in ribasso del 2%.
«Bisogna dirlo in modo chiaro: Nvidia non è più un titolo, è un indicatore macro», afferma Alessio Garzone, portfolio manager di Gamma capital markets. «È diventata la proxy dell’intero ciclo AI, il termometro del sentiment globale, il punto dove tecnologia, capex, liquidità e geopolitica si incrociano. Per questo ogni trimestre è un evento a sé». La trimestrale «non ci dice solo come sta Nvidia: ci dice a che punto siamo del ciclo AI globale. E al mercato serve disperatamente un nuovo catalizzatore per capire se l’equilibrio attuale fatto di spesa altissima, capex ai massimi e incertezza sulla liquidità può reggere anche nel 2026». Intanto l’amministratore delegato di Google, Sundar Pichai, ha lanciato l’allarme: «Nessuna azienda sarà immune se la bolla dell’AI dovesse scoppiare, noi compresi».
Nell’obbligazionario lo spread Btp-Bund si è allargato a 75.
A piazza Affari pesante Tim (-6,60%), peggior blue chip, seguita da Stellantis (-4,44%). Lettera sul comparto bancario: Mps -3,69%, Bp Sondrio -3,53%, Bper -3,40%, Banco Bpm -2,67%, Intesa Sanpaolo -2,95%, Unicredit -1,92%.
Sul listino principale soltanto Hera (+0,79%) ha chiuso sopra la parità. Msci ha migliorato il rating Esg di Leonardo (-1,80%) da BBB ad A. Tra le mid cap si sono mosse in controtendenza Lu-Ve (+0,27%) e El.En (+2,39%), sostenute dagli incrementi di prezzi obiettivo incassati dopo i conti del trimestre.
Nei cambi, l’euro è terminato poco mosso a 1,1590 dollari. Ancora vendite sul bitcoin, sceso sotto 90 mila dollari a 89.259 (77.106 euro), registrando il minimo dallo scorso aprile. La valuta digitale, che aveva raggiunto il record a inizio ottobre superando i 126 mila dollari, risulta ora in calo del 2% da inizio anno.
Per le materie prime, quotazioni petrolifere in calo di circa lo 0,60% con il Brent a 63,80 dollari e il Wti a 59,53 dollari.