23.04.2024

Il deficit sale di 4 miliardi, tegola sui conti

  • La Repubblica

L’Istat rivede al rialzo il deficit del 2023 dal 7,2 al 7,4% del Pil, 4 miliardi, al top in Europa, gonfiato dalla coda finale del Superbonus. Ma per il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti la revisione «non incide sul Def», il Documento di economia e finanza da ieri all’esame del Parlamento. E questo perché da quest’anno il fardello del bonus edilizio «viene scontato nel debito». Fardello che, rivela il ministro, vale 153 miliardi se togliamo dai 219 annunciati nei giorni scorsi «gli importi annullati per frodi, errori, duplicazioni». Ci sarà a breve un «monitoraggio ad hoc».

Giorgetti difende dunque l’inedita scelta del governo di presentare un Def solo “tendenziale”, con il quadro congelato ai numeri di settembre. «Non abbiamo violato la legge. Anzi, è stata una scelta necessaria» alla luce del nuovo Pattodi Stabilità che sarà votato oggi dal Parlamento Ue in via definitiva. «Regole accettate come compromesso », chiosa Giorgetti. «Per questo non mi aspetto il sì degli eurodeputati italiani», compresi quelli del centrodestra. Approvato il Patto, «il governo si impegna a presentare il Def programmatico entro l’estate e poi il piano di aggiustamento entro il 20 settembre».

Il ministro non precisa dove troverà i 20 miliardi per confermare le misure in vigore quest’anno, a partire dal taglio al cuneo e all’Irpef. Dice che «il Def è improntato a cautela e prudenza, nonostante le stime possano essere superate per le tensioni geopolitiche». E che «l’aggiustamento dei conti è pienamente alla nostra portata», una volta che scatterà «la presumibile procedura per deficit eccessivo». Sulle stime errate legate al Superbonus osserva che «non è colpa solo della Ragioneria, la responsabilità è diffusa e io non faccio processi a nessuno», riferendosi al Ragioniere generale Biagio Mazzotta nonostante, come raccontato da Repubblica , sia in atto un tentativo non smentito di sostituirlo.

La visione tranquilla di Giorgetti non è però del tutto condivisa da Istat, Bankitalia, Corte dei Conti, Ufficio parlamentare di bilancio, sentiti ieri sul Def alla Camera. Istat osserva che per coprire cuneo e Irpef potrebbe essere necessario tagliare le spese o alzare le tasse, per non fare nuovo deficit. L’Upb chiede al governo di chiarire se e quali misure saranno rese permanenti e come saranno coperte. Bankitalia avverte che lasciarle come misure temporanee crea «incertezza ». La Corte dei Conti calcola una correzione dei conti da 0,6% di Pil all’anno (12,6 miliardi) per 7 anni, fino al 2031. E avverte sul «decadimento della sanità».

I sindacati sono divisi nel giudizio sul Def. Cgil e Uil molto duri: «Def reticente e vuoto, nasconde la realtà». Cisl invece: «Prendiamo atto». Confindustria chiede di «eliminare in modo strutturale Sugar e Plastic tax».