19.04.2024

Giorgetti al Fmi: «Debito? Ci stiamo lavorando»

  • Il Sole 24 Ore

«I consigli dell’Fmi sono sempre ben accetti. Sulla sostenibilità del debito stiamo lavorando. Purtroppo abbiamo avuto un effetto eccezionale, che voglio definire una tantum e spero che lo vogliano definire così anche in Parlamento, è che è il Superbonus. Altrimenti, il percorso per la sostenibilità del debito sarebbe consolidato». Così il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha replicato ai recenti rilievi del Fondo sui conti pubblici italiani.

L’Fmi suggerisce correttivi nei prossimi due anni per riportare il debito pubblico su una traiettoria di rientro credibile. E il direttore del dipartimento Affari fiscali, Vitor Gaspar, ha messo l’accento proprio sul Superbonus, che «produce una pressione significativa sul debito e sul deficit e ha indebolito il quadro di bilancio».

Sulle previsioni di crescita, che l’Fmi ha abbassato allo 0,7% per il 2025, Giorgetti ha affermato che «il Fondo è sempre molto prudente e storicamente tende a sottostimare le provisioni per l’Italia. Questo mi conforta perché tenendo la media della sottostima degli anni precedenti, vuol dire che la previsione dell’1% è realistica», ha detto in una conferenza stampa congiunta con il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta.

«Tenendo conto degli shock» che si sono susseguiti a livello geopolitico, «l’andamento economico dell’Italia è stato soddisfacente», ha aggiunto Panetta. A seguito degli eventi successivi all’attacco di Hamas a Israele, ha detto, il mondo «sta rallentando, e quindi anche l’Europa e l’Italia».

Sugli aiuti all’Ucraina, Giorgetti ha affermato che «molto dipenderà dal Congresso Usa». E sull’ipotesi di confisca degli asset russi, ha ricordato che ci possono essere riflessi «sulla reputazione della moneta, argomento che i nostri team tecnici stanno approfondendo in vista del G7 di maggio a Stresa, per avere una proposta per giugno al summit del capi di Stato e di Governo». Il governatore Panetta ha poi sottolineato che utilizzare gli asset russi è una decisione «politica» e spetta ai Governi, ma da parte della Banche centrali c’è la «preoccupazione che non si tenga conto dei possibili effetti sulla stabilità finanziaria».