28.10.2025

Federchimica: «Bollette meno care e stop al Green deal»

  • Il Corriere della Sera

Tocca a Federchimica suonare la campanella dell’ultimo giro di pista verso il traguardo della revisione del Green deal. Lo fa il presidente Francesco Buzzella davanti all’assemblea della federazione. Il messaggio è il seguente: con la pressione della concorrenza cinese (dal 2021 l’import di chimica del dragone è passato dal 6 al 17%) abbiamo perso produzione (-11% rispetto al 2021) e peggio andrà nei prossimi anni se non reagiamo migliorando la competitività (il 2025 chiuderà con un -1,5%). In concreto, per Buzzella il punto a livello europeo è rivedere i target della decarbonizzazione per evitare la perdita di 200 mila posti di lavoro e 15 miliardi di valore aggiunto. In Italia si tratta inoltre di intervenire con un decreto Energia che garantisca una diminuzione reale del costo del MwH. Di quanto? A rispondere a questa domanda nel suo intervento è Emanuele Orsini: «Una taglio di 30-35 euro al MwH è come mettere un cerotto su una gamba di legno», dice il presidente di Confindustria.

Il decreto Energia arriverà settimana prossima. Viale Dell’Astronomia ha trovato una sintesi tra le due anime interne: produttori e consumatori. Il disaccoppiamento auspicato da Confindustria non ha gambe per camminare: così ha lasciato intendere dal palco il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin. Così Federchimica e Confindustria insistono su tre punti: utilizzo di parte dell’idroelettrico per le imprese, dirottamento alle imprese dell’energia degli impianti fotovoltaici a fine vita e — ultimo ma forse più importante — eliminare quei 2-3-4 euro in più al megawattora che si pagano in Italia rispetto al Ttf di Amsterdam. Il che vorrebbe dire far risparmiare a imprese e famiglie 1,3 miliardi l’anno. Energivori a parte, a chi andranno i tagli ai costi ottenuti grazie alle nuove agevolazioni? Ai chimici? All’auto in crisi o a chi altro?

Nell’attesa di trovare la risposta, l’intesa governo-Confindustria è cementata dalla critica all’Europa. Ieri il ministro Tommaso Foti ha detto che «il green deal è stato perseguito con sagacia persecutoria per deindustrializzare l’Europa» e ha chiesto alle associazioni come Confindustria di «alzare il tiro» contro il Green deal. D’altra parte Foti ha spiegato la ritrosia Ue a rivedere il green deal con l’influenza dei «burocrati europei». Gli fa eco Orsini: «La politica europea non riesce a governare sui direttori di struttura».