Eni ha rivisto al rialzo le stime annuali dopo i risultati superiori alle attese. Nel terzo trimestre l’utile netto è balzato del 54% annuo a 803 milioni di euro, mentre nei nove mesi è ammontato a 2,52 miliardi (+5%). L’utile adjusted è stato pari rispettivamente a 1,2 e 3,79 miliardi (-13%). Il Cane a sei zampe ha aumentato di 300 milioni il piano annuale di buyback fino a 1,8 miliardi sulla base dei forti progressi strategici e di una stima più elevata di generazione di cassa. Inoltre, come già annunciato, il dividendo salirà del 5% a 1,05 euro per azione.
Quanto alle previsioni per il 2025, il flusso di cassa operativo sale a 12 miliardi di euro, con un miglioramento gestionale di 1,3 mld rispetto alle stime originarie del piano. La produzione attesa di petrolio e gas migliora a 1,71-1,72 milioni di barili equivalenti al giorno e l’ebit pro-forma adjusted di Ggp (divisione gas) supera il miliardo grazie alle ottimizzazioni di portafoglio. Salgono a 4 miliardi le iniziative di cassa e le altre misure organiche per mitigare gli effetti dello scenario.
Fra luglio e settembre la produzione di idrocarburi è aumentata del 6% su base trimestrale (-1% annuo) a 1,76 milioni di barili/giorno. La produzione di petrolio è stata di 860 mila barili/giorno (+11% trimestrale e +5% annuo) e quella di gas naturale è stata di 133 milioni di metri cubi al giorno (rispettivamente +2% e -7%).
«I risultati del terzo trimestre sono eccellenti e tutte le principali variabili operative, economiche e finanziarie hanno superato le aspettative», ha riferito l’amministratore delegato Claudio Descalzi. Nel frattempo è attesa entro l’anno la finalizzazione degli accordi del quarto e maggiore dei satelliti upstream, che fa leva sul portafoglio Eni in Indonesia e sullo sviluppo del Gnl in combinazione con le attività di Petronas. Inoltre sta per essere completato l’investimento del 20%, da parte del fondo Ares, in Plenitude per 2 miliardi. «La valorizzazione dei nostri business continua con l’incasso dalla cessione del 30% del campo di Baleine in Costa d’Avorio, secondo il consolidato dual exploration model, e con l’avanzamento della cessione del 20% della quota di Plenitude al fondo Ares, per il quale tutte le condizioni sospensive sono state completate», ha precisato Descalzi. «Con questa operazione i due business di Enilive e Plenitude hanno determinato incassi per circa 6,5 miliardi negli ultimi due anni».
In borsa Eni ha chiuso in rialzo dell’1,60% a 15,836 euro dopo avere aggiornato il massimo da un anno a 16,032 euro.