28.11.2025

Compensi p.a. con trattenuta

  • Italia Oggi

La pubblica amministrazione decurterà dai compensi che deve ai professionisti, in presenza di cartelle entro i 5.000 euro, l’importo che questi ultimi devono allo stato. Oltre tale cifra resta il blocco attualmente previsto. Si prenderanno, in tal modo, in considerazione solo le cartelle, facendo scomparire il riferimento al Durc e a irregolarità fiscali non meglio definite. È questo il contenuto di un emendamento riformulato da Nicola Calandrini (nella foto), presidente commissione bilancio del Senato sulla questione del pagamento da parte della p.a. agli autonomi con debiti fiscali: «La riformulazione dell’emendamento mira innanzitutto a rendere maggiormente definito il dettato della legge di bilancio, limitando il controllo sui professionisti alle sole cartelle esattoriali iscritte a ruolo e non a una troppo generica regolarità degli obblighi fiscali.

Una dicitura che rischiava di bloccare completamente l’attività dei liberi professionisti anche in caso di attività di contenzioso non definite», spiega a ItaliaOggi Calandrini.

Non si procederà dunque all’abrogazione, come era nelle intenzioni di una fronda numerosa di parlamentari, dell’articolo 119 comma 10 della legge di bilancio, ma a una revisione della disposizione, delimitando il perimetro dell’eventuale mancato compenso alla partita Iva, da parte della p.a, in presenza di cartelle sopra o sotto i 5.000 euro con una duplice strada di azione.

La riformulazione sui compensi dei professionisti da parte della P.a. Tecnicamente, si introduce all’articolo 48-bis del decreto del presidente della Repubblica del 29 settembre 1973 n-602 il comma 1 ter: nel caso in cui il professionista abbia cartelle per una somma inferiore ai 5 mila euro, attualmente la p.a. paga senza alcuna verifica, mentre, con l’emendamento, si prevede una trattenuta da parte della p.a. dell’importo della cartella, con conseguente decurtazione del compenso di quel corrispondente importo.

A tal fine gli autonomi presentano insieme alla fattura elettronica anche l’estratto ruolo dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione.

Per debiti erariali sopra i 5 mila euro rimane il blocco per la p.a. di procedere al pagamento, come già attualmente previsto (art. 48-bis, 1 comma dpr 602/73). La riformulazione va dunque a sostituire l’articolo 129 comma 10 del disegno di legge di bilancio.

Le altre misure in definizione. Mentre è confermata l’abrogazione della disposizione del disegno di legge di bilancio 2026 sul divieto di compensazione tra crediti fiscali e debiti anche contributivi, resterà invece l’abbassamento della soglia di compensazione che dagli attuali 100 mila euro arriverà a 50 mila euro. Per quanto riguarda l’imposta sulle transazioni finanziarie, l’emendamento che ne prevede l’aumento sarà mantenuto e si sta ragionando su un raddoppio delle aliquote passando dagli attuali 0,2 allo 0,4 (Tobin tax) e dallo 0,1 allo 0,2 (mercati regolamentati).

Sui dividendi sembra che nella serata di ieri si sia trovato il punto di equilibrio: la soglia delle partecipazioni di riferimento scende al 5% e pure chi è sotto la soglia resta in esenzione se le partecipazioni a cui si riferiscono i dividendi sono possedute da almeno 3 anni.

Le riformulazioni della Lega. Le riformulazioni spaziano dal trattamento accessorio del personale degli enti locali ai fondi per il piano casa. E’ stata poi presentata una riformulazione riguardante la Flat tax per assunzione di giovani, emendamento dichiarato ieri inammissibile nella commissione Bilancio del Senato per motivi di coperture.

Nel testo riformulato, l’imposta sostitutiva per i neo assunti raddoppia, salendo al 10 per cento (nel primo testo era 5%), ed è valida fino a 35 mila euro lordi annui (40 mila nella precedente versione). Scende anche la durata dell’agevolazione.

I tempi delle votazioni. Sulle proposte da martedì inizieranno ad arrivare i pareri del Ministero dell’economia e delle finanze. Il fascicolo dei 414 segnalati è stato rivisto per sostituire gli emendamenti inammissibili per materia a cui si si sono aggiunte riformulazioni di quelli espunti per mancanza di coperture.

L’obbligo è di mantenere il tetto dei poco più che 400.

Il voto delle proposte di modifica inizierà solo dopo lunedì 8 dicembre ma una volta definite le proposte dovrebbe procedere celermente. “Martedì, 2 dicembre2025, dalle 15.30 ci saranno incontri bilaterali dei gruppi con il ministro Luca Ciriani e i tre sottosegretari al Mef”, per fare il punto “sul fascicolo degli emendamenti segnalati” ha spiegato il presidente Calandrini, a margine dei lavori della commissione.