A poco più di un mese dalla fine dell’anno, è già possibile fare un bilancio sull’andamento in Borsa delle banche europee. Nella lista delle prime 20 banche dell’Eurozona (si veda il grafico in pagina), la leadership assoluta dei rialzi spetta alle banche italiane seguite, a distanza, da quelle spagnole. In Italia l’indice settoriale Ftse Mib banks (+40%) ha quasi doppiato il rally dell’intero listino (+22%) ed è stato ampiamente superiore a quello dell’Euro Stoxx Banks (+26%). In Italia spicca la performance di UniCredit (+86,5%), seguito da Bper (+74,6%) e poi da Mps e BancoBpm con rialzi analoghi e poco sopra il 50%. Le altre grandi performance di rilievo del comparto europeo si trovano in Spagna dove, a fronte di un rialzo dell’indice generale IBEX del 21%, le grandi banche hanno messo a segno progressi nettamente superiori: Bbva (+52,3%) e Santander (+34,8%). Più in ombra le banche francesi e tedesche, per non parlare di quelle inglesi che, a eccezione del colosso anglo-asiatico Hsbc (+17,8%), hanno registrato performance negative.
In Italia e Spagna il minor tasso sui depositi
L’andamento di Borsa risente di storie specifiche di turnaround o dei diversi modelli di business che vedono alcuni gruppi risentire dell’anno difficile dell’investment banking. In generale però tutto il settore nell’Eurozona ha beneficiato della lunga serie di rialzi dei tassi d’interesse deciso dalla Bce, incrementando in modo sensibile il margine di interesse che resta tuttora la principale fonte dei ricavi bancari. Se in Italia e Spagna gli utili sono aumentati di più, con le conseguenti ripercussioni in Borsa, è anche perché si tratta dei due Paesi in cui le banche hanno trasferito di meno il rialzo dei tassi ai depositi dei clienti. Secondo un’analisi della banca d’affari Jefferies aggiornata a fine settembre il “deposit beta”, ovvero la quota parte del trasferimento ai depositi dei rialzi dei tassi ufficiali, è stata del 18% in media nell’Eurozona ma solo dell’11% in Italia e dell’8% in Spagna. Livello nettamente inferiore al 28% dell’Olanda, al 25% della Francia e al 19% della Germania. La peculiarità italiana è che si tratta anche del Paese che invece ha applicato in misura maggiore il rialzo dei tassi ufficiali ai prestiti della clientela: il loans beta in Italia è del 74% contro il 59% della Francia e il 67% della media dell’Eurozona.
Multipli inferiori alle big Usa, Jp Morgan vale 10 europee
L’ascesa delle quotazioni in Borsa ha risollevato i multipli di valutazione. Per le banche si guarda al rapporto tra prezzo e utili (prime/earning o p/e) ma anche e soprattutto al rapporto tra prezzo e patrimonio tangibile. Secondo i dati di Deutsche Bank Research, il price/tangibile equity 2023 delle banche italiane si attesta tra 0,6 e 0,7 fatta eccezione per Mps (0,45) e, in direzione opposta, per Intesa Sanpaolo (circa 1 volta il patrimonio). Livelli mediamente analoghi a quelli delle banche spagnole, francesi e olandesi, a eccezione di Societé Generale (0,36) che resta la più sottovalutata tra le banche europee.
Ancora modeste le valutazioni di Borsa in Europa, come sottolineato anche da Bce la settimana scorsa, se si guarda al rapporto tra prezzo e utili (p/e tra 5 e 6 volte gli utili stimati per il 2023). Niente a che vedere con i multipli a cui tratta il colosso Usa JP Morgan (p/e di 10 e p/te di quasi 1,5) che in Borsa capitalizza 406 miliardi di euro. Un dato più o meno che equivale alla somma dei valori di mercato delle prime dieci banche dell’Eurozona che, pur dopo i rialzi del 2023, tutte insieme capitalizzano 416 miliardi così’ suddivisi: Bnp Paribas (65), Santander (60), Intesa Sanpaolo (47,5), Bbva (49), UniCredit (44,2), Ing (44), Credit Agricole (36), Caixa Bank (31), Deutsche Bank (22), Societe Generale (18).
Pochi benefici sui depositi
In Italia e Spagna gli utili sono aumentati di più anche perché qui le banche hanno trasferito di meno il rialzo dei tassi ai depositi dei clienti. Contro una media dell’Eurzona del 18%, l’Italia è all’11% e la Spagna all’8%. Livello nettamente inferiore al 28% dell’Olanda, al 25% della Francia e al 19% della Germania.
I multipli
Secondo i dati di Deutsche Bank Research, il price/tangibile equity 2023 delle banche italiane si attesta tra 0,6 e 0,7 (eccezion fatta per Mps). Livelli mediamente analoghi a quelli delle banche spagnole, francesi e olandesi


 
                        