Pareva un divorzio definitivo quello tra Renault e Nissan, invece i due costruttori stanno nuovamente discutendo per far rinascere la loro alleanza. Le due aziende erano storicamente già state legate da un’unione che si era frantumata con il fallimento della fusione tra la casa nipponica e Honda. La strada dovrebbe essersi riaperta dopo la partenza di Luca de Meo che ha lasciato il gruppo francese a luglio, dopo essere stato per cinque anni il direttore generale. Il suo successore Francois Provost vede con favore un nuovo accordo, considerando le dimensioni del marchio della Losanga troppo limitate per affrontare, alla pari, gli altri produttori europei. Molte voci — anche il Financial Times — riportano che vi siano stati dei colloqui con il nuovo ad di Nissan, Ivan Espinosa, per considerare un futuro positivo delle loro relazioni, tanto da far dire ad un portavoce del produttore giapponese che «la ricostruzione dell’alleanza potrebbe essere essenziale per lo sviluppo della nostra attività», ammettendo che stavano nuovamente lavorando insieme su progetti strategici. Renault nel 2023 aveva espresso la volontà di ridurre, passo dopo passo, la sua quota in Nissan, per passare dal 43% al 10%, una cessione incompiuta a causa del crollo delle azioni di Nissan, scese nel 2024 del 25%.
Il costruttore di Tokio sta soffrendo nei suoi mercati chiave, la Cina e gli Stati Uniti, ha annunciato anche una ristrutturazione dei suoi impianti, chiuderà due fabbriche in Giappone e interromperà la produzione in un sito messicano, ma in totale saranno sette gli stabilimenti fermati sui diciassette attivi nel mondo e coinvolgeranno la decurtazione di oltre 20mila posti di lavoro. Espinosa si è recato, nei giorni scorsi, nella grande fabbrica di Oppama, a 40 chilometri da Tokio, proprio per annunciare ai dipendenti che alcune linee del sito sarebbero state bloccate entro marzo 2028. Nissan ha bisogno di avere un partner per tenere testa al concorrente Toyota che tra aprile e giugno 2025 ha superato le aspettative degli analisti finanziari, in grado di sopravvivere anche agli aumenti dei dazi doganali Usa. Renault cerca a sua volta un solido rilancio con la Twingo, un ritorno sicuramente vincente nel settore delle auto così dette tascabili, un segmento che aveva abbandonato all’inizio del decennio a favore della Clio, il modello superiore.