Nell’attuale periodo di «quiete» dei mercati, nonostante le numerose questioni aperte come i dazi, la minore cooperazione tra stati e le guerre in atto, l’Unione europea è davanti a un bivio. «Ci troviamo a combattere non solo con una politica monetaria che vuole il deprezzamento del dollaro, ma anche con un nuovo conio che vuole uno strumento alternativo al dollaro», ha detto il presidente della Consob, Paolo Savona, durante il suo intervento a Milano Capitali, l’evento di Class Editori sul mercato.
Le criptovalute sono nate nel 2008, in un momento di sfiducia nelle istituzioni finanziarie, come alternativa alle valute tradizionali, da un’intuizione di Satoshi Nakamoto. «A quel punto sono nate per imitazioni tante altre monete. Oggi se ne contano migliaia», finché gli Stati Uniti non hanno legittimato cinque criptovalute, tra cui il Bitcoin, come riserve del debito pubblico americano, «creando il presupposto giuridico» per offrire criptovalute in cambio di dollari. Al contrario la Cina ha già dichiarato di voler fare tutto da sola, proibendo l’uso e la creazione di criptovalute.
Ma le monete digitali portano con sé diversi interrogativi e perplessità. «Sono piuttosto preoccupato per questo duopolio monetario», ha ammesso il presidente della Consob, descrivendo una «guerra» valutaria pericolosa, dal momento che colpisce le radici la società: «Il piccolo risparmio italiano, quello che consente alle famiglie di sopravvivere alle difficoltà, richiede un po’ più protezioni» attraverso un’architettura istituzionale monetaria e finanziaria che controlla la stabilità monetaria e la finanza in generale con le banche e che si dà carico di tutelare il risparmio e incanalarlo verso gli investimenti.
Per fare la guerra «le specializzazioni devono cambiare e quindi le autorità monetarie devono avere compiti rigidi, precisi», ha spiegato Savona. «Il governo europeo ha legittimato l’uso di una cripto particolare, che si chiama stablecoin. Ma la stabilità è data dagli strumenti che uno acquista». Ed è proprio per questo, secondo il numero uno della Consob, che il vero «rischio in questo settore può venire dall’esterno».
Una soluzione può essere quella di «mettere in piedi un euro elettronico unico, sostenuto da uno strumento di sicurezza che dia garanzia di stabilità». In questo modo «stai creando uno strumento potentissimo e competitivo», ha sottolineato Savona. Aggiungendo che all’interno delle criptovalute «vi sono dei servizi particolari da difendere», ma è necessaria una legislazione che permetta di fornire questi servizi senza sfruttarne l’incremento di valore per attrarre gli investitori con titoli simbolici.
Del resto, il momento per invocare una nuova Bretton Woods che stabilisca regole sulle criptovalute «è già passato», perciò «dobbiamo prepararci a questa situazione», ha concluso Savona.