08.04.2021

Aiuti a 1/3 dei professionisti

  • Italia Oggi

La pandemia ha graffiato (profondamente) il tessuto professionale: se, infatti, poco più di un terzo (il 32,8%) degli associati alle Casse previdenziali private ha fatto richiesta della prima mensilità del «bonus» da 600 euro introdotto dal decreto «Cura Italia» (18/2020), destinato a «soggetti con redditi medio-bassi», a distanza di un anno è sempre più prepotente l’esigenza di protezioni per il comparto dell’occupazione indipendente. Non manca, però, un segnale incoraggiante dall’attuale governo, giacché il decreto sostegni (41/2021), che si appresta ad iniziare il percorso di conversione in legge, al Senato, superata l’identificazione dei beneficiari attraverso il codice Ateco, include nella fruizione del contributo a fondo perduto coloro che erano stati «precedentemente esclusi, quali, ad esempio, i liberi professionisti ordinistici». È quanto messo in luce ieri da Confprofessioni e dal Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro alla commissione Lavoro della Camera, che indaga sulle «nuove diseguaglianze» generate dall’emergenza sanitaria; l’organismo guidato da Gaetano Stella ha acceso i riflettori (elaborando dati degli Enti pensionistici) sui maggiori fruitori dell’indennità da 600 euro, ossia «i biologi, gli psicologi e i geometri, con una percentuale di domande presentate superiore al 60% rispetto alle rispettive platee di riferimento», cui «seguono gli avvocati, gli ingegneri, gli architetti, i veterinari e gli infermieri con percentuali intorno al 50%», mentre «le altre categorie si attestano sotto il 40%». In coda, si segnala, «sotto il 12%, troviamo notai, farmacisti e i professionisti che operano nel settore agricolo».

Una delle «chiavi di volta» per dare (parziale) sollievo risiede nella possibilità di uno slittamento delle scadenze, qualora ci si ammali di Covid-19: per la numero uno dei consulenti del lavoro Marina Calderone c’è «la necessità di concretizzare i provvedimenti esistenti in materia in Parlamento, come l’emendamento» al decreto sostegni di cui è prima firmataria la presidente della Commissione Lavoro del Senato, Susy Matrisciano del M5s, testo che «esclude» l’autonomo «dalla responsabilità professionale e da quella per inadempimento, anche da parte del cliente, in caso di ricovero ospedaliero, o quarantena che impediscano il rispetto dei termini considerati perentori, o decadenziali». L’organismo di palazzo Madama guidato dall’esponente pentastellata, ha intanto espresso, nel parere sul decreto 41/2021, «la necessità di porre attenzione alla tutela dei professionisti» che, se contagiati, non potrebbero svolgere adempimenti. Quanto a Confprofessioni, dinanzi all’XI commissione di Montecitorio esprime l’auspicio che venga approvata la modifica «trasversale» (illustrata su ItaliaOggi del 25 marzo 2021) che porta le sigle dei senatori Andrea de Bertoldi (FdI), Tommaso Nannicini (Pd), Roberta Toffanin (Fi), Mauro Maria Marino e Donatella Conzatti (Iv), Massimiliano Romeo (Lega) e Dieter Steger (Svp). E ciò in attesa del varo del disegno di legge sulla malattia del professionista (1474).