21.11.2025

Agricole attento alle sinergie

  • Italia Oggi

Ci sono molti scenari e molti non dipendono da noi. Se Banco Bpm dovesse proporci uno scenario di fusione, dovremmo valutare le sinergie e analizzare come potremmo continuare a rimanere un partner di lungo periodo in Crédit Agricole Italia»: in un’intervista all’emittente Cnbc la direttrice finanziaria della banca francese, Clotilde L’Angevin, ha parlato dei possibili scenari con l’istituto italiano.

La Banque Verte punta a consolidarsi a lungo termine in Crédit Agricole Italia, «con il retail e con le partnership che abbiamo con Banco Bpm, in particolare nel settore assicurativo e nel credito al consumo». Per Agricole, ha aggiunto L’Angevin, «è importante mantenere queste partnership e la possibilità di far crescere la nostra base clienti e, naturalmente, il contributo all’utile netto».

Il gruppo transalpino ha confermato la strategia di crescita in Italia. «Siamo molto attenti a ciò che Banco Bpm potrebbe offrirci in un piano di fusione e lo valuteremmo molto positivamente se dovesse concretizzarsi», aveva affermato nei giorni scorsi l’amministratore delegato Olivier Gavalda, aggiungendo che attualmente «ci concentriamo sulla nostra crescita organica e sulla capacità di continuare a svilupparci autonomamente in Italia».

Le risorse per crescere attraverso acquisizioni non mancano. Come ha riferito il deputy ceo Jerome Grivet, guardando alla fine del nuovo piano strategico, «avremo a disposizione tra i 6 e i 7 miliardi di euro alla fine del 2028 che potrebbero essere utilizzati per fusioni e acquisizioni, ma nella realtà avremo sicuramente l’opportunità di valutare operazioni di crescita esterna prima di allora».

Intanto i grandi soci di Banco Bpm sono in manovra in vista del rinnovo del consiglio di amministrazione previsto in primavera, e gli occhi del mercato sono puntati su Crédit Agricole e sul patto che riunisce casse di previdenza e fondazioni. Entro i primi mesi del 2026 il gruppo francese, oggi vicino al 20% del capitale di piazza Meda, potrebbe ottenere dalla Bce il via libera per salire fino al 29,90%. Un passaggio che, se confermato, renderebbe Agricole l’attore decisivo nella partita sulla governance dell’istituto guidato dall’a.d. Giuseppe Castagna.