Il Garante Privacy ha messo fine alle oscillazioni giurisprudenziali sul tema dell’accesso ai dati dei beneficiari di polizze vita dopo il decesso dell’assicurato. Una svolta non solo giuridica, ma culturale: la riservatezza va bilanciata con la tutela dei diritti successori.
Gli eredi (o chiamati all’eredità) possono accedere ai dati dei beneficiari solo se l’interesse è concreto, attuale e collegato alla difesa di un diritto successorio.
Cosa cambia per le compagnie? Gli intermediari devono effettuare una valutazione attenta, documentata e non meramente formale, basata su:
1) legittimazione dell’istante,
2) nesso tra i dati richiesti e la tutela del diritto successorio,
3) bilanciamento proporzionato dei diritti in gioco.
Restano zone grigie: soggetti con interessi meritevoli ma non perfettamente “tipizzati” (trustee, legatari, curatore di eredità giacente). Serve un’interpretazione flessibile per evitare vuoti di tutela.
Un provvedimento che chiama gli intermediari a scelte ponderate, in una materia sempre più sensibile e centrale. Se vuoi scoprire di più leggi l’articolo su ASSINEWS a cura di Luciana Cipolla e Francesco Ceolin, Partner e Trainee del Gruppo, insieme a Maurizio O. Delfino, legale di banca e giornalista.