Il Tribunale di Avellino, con la recentissima sentenza emessa in data 18-11-2022, è intervenuto in tema di piano di ammortamento alla francese non solo analizzandone il suo meccanismo, ma dichiarandolo, altresì, pienamente legittimo e scevro da qualsivoglia fenomeno usurario e anatocistico.
Nel giudizio in oggetto, nascente da un’opposizione a decreto ingiuntivo, l’opponente eccepiva l’applicazione, nell’ambito di un contratto di credito al consumo, di interessi usurari e anatocistici provocata dalla presenza del piano di ammortamento alla francese.
Il Giudice, nella propria decisione:
- dapprima analizzava il criterio di calcolo del c.d. piano di ammortamento alla francese rilevando che: “Il sistema di rimborso del prestito progressivo o francese avviene mediante il pagamento di un numero predefinito di rate costanti, che contengono una quota capitale e una quota interessi. La specificità del calcolo (e verosimilmente la ragione per la quale il metodo è assai diffuso) consiste nel prevedere, dunque, che la rata di mutuo da corrispondere nella periodicità convenuta sia sempre costante, abbia cioè sempre lo stesso importo, sì da permettere al mutuatario la massima pianificazione nel tempo dell’onere che con il mutuo si è addossato. Ciascuna rata costante è costituita da una quota interessi e da una quota capitale; la somma delle quote capitale contenute nell’insieme delle rate deve corrispondere all’importo originario del prestito, mentre gli interessi equivalgono a quelli maturati nel periodo cui la rata si riferisce. Il metodo di calcolo alla francese — a rata costante e, nella specie, a tasso fisso — si distingue per il progressivo decrescere della quota interessi e, viceversa, per il progressivo crescere della quota capitale. Dal piano di ammortamento, dalla prima all’ultima rata, la quota interessi si presenta all’inizio assai alta, perché calcolata sul totale del debito, e poi progressivamente decresce, perché calcolata su un debito residuo sempre inferiore. Invece, la quota capitale si presenta all’inizio assai bassa e poi cresce, quale effetto matematico dell’importo costante della rata”;
- per poi giungere alla conclusione che: “Il calcolo è legittimo perché la quota interessi è calcolata solamente sul debito residuo (sul capitale) al momento del conteggio e poi sul debito residuo si calcolano gli interessi da pagare con la rata successiva. Il metodo non implica pertanto alcuna capitalizzazione degli interessi e ogni rata determina il pagamento unicamente degli interessi dovuti per il periodo cui la rata stessa si riferisce, laddove la rimanente parte della quota serve ad abbattere il capitale”, escludendo, pertanto, “ogni fenomeno anatocistico, oltre che usurario”.
Alla luce di quanto sin qui considerato, il provvedimento in esame si presenta interessante perché non si limita a escludere una qualsivoglia forma di illegittimità nella scelta del piano di ammortamento alla francese, ma, piuttosto, analizza in maniera dettagliata e sistematica le motivazioni della sua piena validità.