«Faremo quello che abbiamo fatto negli ultimi quattro anni: crescere nel settore del digital banking». Il ceo di Bbva, Onur Genç, è a Milano per festeggiare i 4 anni della banca in Italia. E lanciare una sfida: un milione di clienti nel 2026, che arriveranno con novità quali la gestione del risparmio e ChatGpt integrata nell’app mobile.
Come intende proseguire l’espansione in Italia?
«Una volta ottenuta una buona piattaforma, una buona applicazione e così via, abbiamo deciso di espanderci in altri Paesi europei. Quattro anni fa abbiamo scelto come primo obiettivo l’Italia. Da allora abbiamo acquisito 800.000 clienti. Stiamo procedendo con due anni di anticipo rispetto al nostro piano strategico. Quindi sta andando davvero bene».
Quanto investite nel digitale?
«Quest’anno il budget sarà di circa 3,5 miliardi in tutto il mondo: una cifra enorme».
Cosa offre questo vostro modo di fare banca?
«Innanzitutto, i clienti ci dicono che da una banca vogliono tutti i prodotti. A differenza di altre fintech, ad esempio, abbiamo mutui, assicurazioni, fondi di investimento, praticamente tutto. Seconda cosa: i clienti ci dicono che vogliono il prezzo migliore: oggi paghiamo il 3% di interesse sul tuo conto Bbva per sei mesi poi l’1,5%: altri danno zero. E numero tre: i loro soldi e la fiducia. Siamo regolamentati dalla Bce, la seconda banca più grande dell’Unione europea, abbiamo 168 anni di storia. Crediamo quindi di avere qualcosa di diverso, interessante e unico per il mercato italiano».
Avete intenzione anche di fare assunzioni?
«Siamo in Italia da 40 anni, ma con il corporate banking, il corporate e l’investment banking. L’ufficio qui a Milano l’anno scorso contava 80 persone, mentre ora ne abbiamo più di 100. Abbiamo assunto il responsabile della banca digitale per l’Italia tre mesi fa, Walter Rizzi. Lui valuterà ciò di cui abbiamo bisogno e, in base a ciò, procederemo. Assumeremo principalmente consulenti front-end e finanziari, come ho detto, addetti al marketing, che conoscono il mercato italiano e front office».
Come vede il mercato italiano?
«Ogni anno vogliamo aggiungere almeno 200-250.000 nuovi clienti. Nel 2026 siamo chiaramente determinati a superare il milione. In Italia la digital bank sta andando molto bene, ma vogliamo che funzioni davvero. E non abbiamo intenzione di aprire sportelli fisici: si può prelevare a zero spese da 70 mila bancomat. Tra dicembre e gennaio struttureremo una rete di consulenti finanziari per la gestione e la consulenza patrimoniale. Il servizio sarà 24 ore su 24, 7 giorni su 7».
Avete fallito per la seconda volta l’opa su Sabadell: è mancato il mercato, ma anche il referendum del governo spagnolo non ha aiutato. Ora che strategia si affaccia per voi?
«Crescita organica. Negli ultimi anni, ogni anno abbiamo registrato una crescita di 30 punti base nella quota di mercato complessiva dei prestiti in Spagna. Nel segmento business delle aziende cresciamo di 50 punti base di quota mercato ogni anno. Siamo passati dal 12,8% al 14% di quota di mercato. E cresceremo usando il digitale. Ogni anno acquisiamo 11 milioni di clienti, due terzi con il digitale. Oggi siamo a 80 milioni».
Siete interessati a una banca italiana?
«Intende acquisizione? No. Con il digital banking non ne hai bisogno, non siamo interessati».
Anche in Italia è fallito il tentativo di un’ops domestica (Unicredit-Banco Bpm): le banche devono rassegnarsi a una nuova fase storica in cui sono i governi ad avere l’ultima parola?
«I governi sono sempre molto importanti in questi processi. Se sei una banca di grandi dimensioni, sei più efficiente, più redditizio e hai una maggiore capacità di sostenere gli investimenti delle imprese. Le dimensioni sono diventate un fattore importante nel settore bancario. E se l’Europa vuole crescere ha bisogno di banche più grandi».