01.12.2025

Neo-imprese e innovazione: le grandi al top

  • Il Sole 24 Ore

Due conferme per il settore «Affari e lavoro»: Milano è prima e le province del Centro-Nord che fanno capo alle città più grandi si esprimono al meglio, con Bologna terza, Roma settima, Firenze nona e Torino decima. Trieste si insedia al secondo posto, mentre Trento e Bolzano – quinta e sesta – ottengono un bel contributo al successo dei loro territori nella Qualità della vita 2025. Il gruppo delle migliori dieci è completato da Padova, quarta, e Monza Brianza, ottava.

Il capoluogo lombardo mostra una grande solidità. A una sola posizione nella seconda parte della classifica (71° posto per le imprese in fallimento) si oppongono ben cinque piazzamenti da podio: il primo posto in uno dei parametri inseriti Neo-imprese e innovazione: le grandi al topAffari. Milano prima ma è 71ª nei fallimenti In fascia alta anche le meridionali Cagliari e BariGia. B.

Due conferme per il settore «Affari e lavoro»: Milano è prima e le province del Centro-Nord che fanno capo alle città più grandi si esprimono al meglio, con Bologna terza, Roma settima, Firenze nona e Torino decima. Trieste si insedia al secondo posto, mentre Trento e Bolzano – quinta e sesta – ottengono un bel contributo al successo dei loro territori nella Qualità della vita 2025. Il gruppo delle migliori dieci è completato da Padova, quarta, e Monza Brianza, ottava.

Il capoluogo lombardo mostra una grande solidità. A una sola posizione nella seconda parte della classifica (71° posto per le imprese in fallimento) si oppongono ben cinque piazzamenti da podio: il primo posto in uno dei parametri inseriti quest’anno ( home e corporate banking per i servizi alle famiglie), il secondo per le start up innovative, alle spalle di Trieste, e per la partecipazione alla formazione continua, dietro a Cagliari, il terzo per nuove iscrizioni di imprese e percentuale di laureati, due “specialità” in cui si affermano rispettivamente Prato (come sempre) e Bologna. E va segnalato pure il sesto posto per la bassa incidenza di infortuni sul lavoro che hanno provocato decessi o inabilità permanenti: qui la classifica è guidata dal Verbano Cusio Ossola, e si mettono a loro volta in luce Torino, settima, e Roma, decima.

Trieste si afferma anche nella nuova classifica sul trend degli arrivi turistici, mentre Bolzano è l’unica a collezionare un tris di primi posti: un tasso di occupazione che sfiora l’80% e un tasso quasi irrilevante di mancata partecipazione al lavoro), a cui si affiancano poche imprese in fallimento.

Nella graduatoria generale, la posizione peggiore delle province del Centro-Nord è quella di Rovigo, novantesima. Questo vuol dire che Sud e Isole occupano gli ultimi 17 gradini (in fondo c’è Reggio Calabria). Non mancano, tuttavia, i segni di vivacità, evidenziati dal 18° posto di Cagliari, dal 42° di Bari e dal 51° di Sassari. Napoli si afferma nuovamente per lo scarso quoziente di pensioni di vecchiaia, e Agrigento per il minore ricorso alla cassa integrazione, che peraltro – in questo e in altri territori del Sud – sembra legato a un tessuto imprenditoriale meno sviluppato che altrove.

Siracusa, poi, è prima per minore quota di cessazioni di imprese e ultima per percentuale di fallimenti: dati apparentemente in contraddizione, che però – in una provincia di non grandi dimensioni demografiche – trovano una spiegazione considerando che le cessazioni possono riferirsi soprattutto a realtà piccole, addirittura a carattere individuale, mentre anche un numero non elevatissimo di fallimenti di imprese più grandi può avere effetti molto rilevanti.

Quanto ai divari tra Nord e Sud, infine, ce n’è uno davvero sconfortante. Riguarda il tasso di disoccupazione giovanile, dove Bergamo è prima con il 3,4% e Vibo Valentia finisce ultima con una quota che supera il 50 per cento.