24.11.2025 Icon

Cambiamento climatico e assicurazioni: rapporto Mapfre Economics 2025

Lo studio “Cambio climático, riesgos extraordinarios y políticas públicas“ elaborato da MAPFRE Economics affronta con grande sistematicità uno dei temi oggi centrali per il settore assicurativo: l’impatto del cambiamento climatico sui rischi straordinari e, conseguentemente, sui modelli di copertura assicurativa e di regolazione pubblica.

Il rapporto esamina il crescente impatto dei cambiamenti climatici sui rischi straordinari assicurabili, evidenziando come l’aumento della frequenza e dell’intensità degli eventi metereologici severi renda sempre più difficile la loro valutazione e la loro assicurabilità, soprattutto nei mercati privi di strutture di protezione pubblico-private consolidate.

In questo senso, la ricostruzione dei cicli climatici, dei fenomeni ENSO (El Niño/La Niña) e degli effetti delle anomalie termiche globali evidenzia un dato incontestabile: i fenomeni meteo-climatici sono oggi più rapidi che in passato, e soprattutto più intensi. Ciò incide sul sistema assicurativo sotto un duplice profilo:

  • valutazione del rischio: le serie storiche non sono più idonee a predire la sinistralità futura;
  • insostenibilità del modello mutualistico puro, specie nei rischi secondari ad alta frequenza.

L’evoluzione del fenomeno impone dunque una riformulazione del concetto stesso di rischio assicurabile, ponendo le basi per un possibile cambio di paradigma normativo, in cui l’assicurazione diventa parte integrante della strategia di resilienza economica nazionale e internazionale.

Il rapporto è strutturato in sette capitoli che includono l’analisi dei cicli climatici e dei modelli predittivi, la quantificazione dei danni economici e il livello di copertura assicurativa, nonché la revisione dei meccanismi internazionali di protezione e compensazione delle perdite.

Tra i contenuti più rilevanti dello studio vi è la quantificazione della CatNat Gap: la distanza tra perdite economiche totali e perdite effettivamente coperte da contratti assicurativi. I dati sono impressionanti:

  • Asia: solo il 17,2% delle perdite è assicurato;
  • America Latina: copertura pari al 19%;
  • Unione Europea: copertura media inferiore al 25%.

Viene inoltre ripresa la distinzione operativa tra:

  • rischi primari (es. uragani, tifoni, cicloni tropicali di grande intensità, nonché terremoti, maremoti, eruzioni vulcaniche);
  • rischi secondari (es grandine, ondate di calore, incendi), caratterizzati da maggiore frequenza ma minore severità, i quali stanno causando impatti sempre più rilevanti in termini di vite umane, danni economici e compromissione di infrastrutture e ecosistemi.

La crescita dei rischi secondari, come confermato anche dai dati europei, mina la logica tradizionale della tariffazione basata su frequenza e severità del sinistro. Si impongono quindi modelli di pricing dinamico, soluzioni parametriche e sistemi di copertura multilivello.

In definitiva, il documento sottolinea come il cambiamento climatico non rappresenti solo un rischio fisico, ma un fattore di trasformazione strutturale della nozione stessa di rischio assicurabile, aprendo la strada a una possibile revisione sistemica dei modelli di gestione, trasferimento e regolazione del rischio straordinario.

Si conferma la complessa sfida rappresentata dal cambiamento climatico e dal suo impatto sull’attività assicurativa. In questo senso il ruolo che l’assicurazione può svolgere è fondamentale e deve strutturarsi in collaborazione con le pubbliche amministrazioni, nell’implementazione di meccanismi volti a creare un pilastro che sostenga la continuità dell’attività economica di fronte al verificarsi di tali eventi e, conseguentemente, innalzi i livelli di protezione e benessere della società.

Autore Laura Pelucchi

Partner

Milano

l.pelucchi@lascalaw.com

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