18.11.2025

Avio, intesa con Ariane Group. Chiuso l’aumento di capitale

  • Il Sole 24 Ore

Avio chiude il cerchio attorno all’aumento di capitale da 400 milioni lanciato nei giorni scorsi e destinato a potenziare la capacità produttiva e rafforza l’asse di collaborazione con ArianeGroup grazie alla sigla di un accordo per la produzione di nuove componenti per il lanciatore pesante europeo Ariane 6, mentre la jv tra Airbus e Safran fornirà, a sua volta, apparecchiature e supporti a Vega C.

Partiamo dall’aumento. Secondo la fotografia diffusa ieri dal gruppo guidato da Giulio Ranzo, sono state sottoscritte circa 19,4 milioni di azioni, pari a circa il 98,83% del totale dei nuovi titoli per un controvalore di 395,1 milioni e corrispondenti a 25,8 milioni di diritti di opzione. «Siamo molto soddisfatti dell’esito dell’aumento di capitale, che conferma come gli investitori abbiano pienamente colto il valore della nostra strategia di crescita globale», spiega a Il Sole 24 Ore il numero uno Ranzo.

Restano ancora da sottoscrivere 306.332 diritti, pari a un massimo di 229.749 nuove azioni da sottoscrivere (l’1,17% del totale dei nuovi titoli) per 4,67 milioni di euro di controvalore: questi diritti saranno offerti in Borsa da Avio domani e dopodomani con Equita Sim che coordinerà il secondo tempo della partita. I termini dell’offerta restano immutati: i diritti inoptati attribuiscono il diritto a sottoscrivere nuove azioni a un prezzo di 20,37 euro per ciascuna nel rapporto di 3 nuovi titoli ogni 4 diritti inoptati acquistati. E, come sempre accade in questo tipo di operazioni, in caso di inoptato ci sarà l’intervento del consorzio bancario (con Jefferies, Morgan Stanley in qualità di joint global coordinators e joint bookrunners, e Banca Akros e Gruppo Banco Bpm come co-bookrunner) che si è impegnato, in virtù del contratto di underwriting siglato nelle scorse settimane, a coprire gli eventuali diritti non sottoscritti.

«È un risultato che arriva in un momento particolarmente importante per Avio, mentre stiamo accelerando lo sviluppo del business negli Stati Uniti, come dimostrato anche dagli accordi recenti con Raytheon e Lockheed Martin, e rafforzando al tempo stesso le nostre attività in Italia», prosegue il top manager che si sofferma anche sull’altro tassello. «L’annuncio di oggi (ieri per chi legge, ndr), relativo ai propulsori di Ariane 6 e Avio — pilastri della capacità europea di accesso autonomo allo spazio — è ancora più significativo perché rappresenta la base per futuri sviluppi nella collaborazione tra le due società».

Grazie al contratto sottoscritto dalle due aziende, Europropulsion, la jv detenuta al 50% da ArianeGroup e Avio garantirà, infatti, i motori a propellente solido P160C per la fase di produzione stabilizzata dell’Ariane 6. L’intesa coprirà i prossimi anni, fino al 2029, e consentirà prestazioni significativamente superiori rispetto ai booster attualmente impegnati su Ariane 6 e Vega C. Il primo lancio di Ariane 6, con il nuovo motore, è previsto per il secondo trimestre del 2026. Nell’ambito dell’accordo, che vale nel complesso oltre 200 milioni di euro, Avio fornirà inoltre ulteriori turbopompe per ossigeno liquido per il motore Vulcain di ArianeGroup, che equipaggia il primo stadio di Ariane 6.

Avio aggiunge, quindi, un altro tassello al suo piano di sviluppo che riceverà, come detto, una notevole spinta dall’iniezione di risorse appena conclusa e alla quale, come noto, ha partecipato anche Leonardo che, a valle dell’accelerated bookbuilding con cui il gruppo ha ceduto sul mercato il 9,4% del capitale dell’azienda con sede a Colleferro, ha poi sottoscritto l’aumento di capitale esercitando i diritti di opzione relativi alla partecipazione residua (il 19,3%).

Nei giorni scorsi, poi, Avio, come ha ricordato lo stesso Ranzo, aveva firmato anche due protocolli d’intesa con Lockheed Martin e Raytheon per sostenere il nuovo impianto che costruirà negli States proprio grazie alla provvista assicurata dall’aumento e che sarà completato entro il 2028. Obiettivo: arrivare a produrre 700 tonnellate di propellente solido l’anno con la possibilità di raddoppiarla se le condizioni richiederanno un ulteriore potenziamento.

Con le due intese, Lockheed Martin e Raytheon si assicurano così una corsia preferenziale nell’accesso alla capacità produttiva del nuovo impianto americano in modo da soddisfare, da un lato, la domanda futura, e, rafforzare, dall’altro, la sicurezza e l’affidabilità della filiera statunitense per motori destinati a prodotti tattici e strategici.