11.11.2025

Industriali ed Europa, prove di dialogo

  • Il Corriere della Sera

«Il sistema energetico italiano è strutturalmente corto e fortemente dipendente dalle importazioni. Servono soluzioni strutturali per garantire la sicurezza e l’indipendenza energetica del Paese». Questo l’allarme lanciato ieri dal ceo di Enel Flavio Cattaneo, all’assemblea annuale di Federacciai a Bergamo. «Nel breve termine, occorre sbloccare le autorizzazioni per nuovi impianti rinnovabili: realizzare nuovo idroelettrico e anche nuovi pompaggi», ha detto Cattaneo. Evidenziando anche le barriere del mercato europeo: «Avevamo pensato di importare energia dalla Spagna, dove costa meno di 50 euro, ma serve passare dalla Francia, la cui risposta è stata chiara: va bene venderla ai nostri industriali, ma non potete portarla in Italia».

Non è un mistero che Elettricità futura, di cui Enel fa parte, mal tolleri le forti pressioni per il taglio dei costi sull’energia che arrivano dalla stessa Confindustria. «Bisogna lavorare insieme e costruire un percorso per trovare una quadra tra le aziende che producono energia e quelle che la consumano», ha detto ieri il presidente di Confidustria, Emanuele Orsini.

Il presidente degli acciaieri Antonio Gozzi aveva invitato ben due commissari (e vicepresidenti esecutivi), Raffaele Fitto (Politica regionale) e Stéphan Séjourné (Industria). Le critiche di Confindustria all’Europa sono un leit motif. Ieri il clima era un po’ diverso. Il cambio di passo arriva dal via libera della commissione Ue ai dazi sull’acciaio cinese e a vincoli di acquisto per il committente pubblico rispetto all’acciaio green europeo. «La preferenza per l’acciaio europeo a basso contenuto carbonico farà esplodere la domanda per le nostre acciaierie. Io e Raffale (Fitto, ndr) spingeremo moltissimo. Sappiatelo. Con tanto pragmatismo e buon senso», ha detto Séjourné, strappando un applauso sentito.

Per Pietro Salini (Webuild) la siderurgia è un settore strategico imprescindibile. Guardando dentro casa, però, la preoccupazione è tutta per l’ex Ilva. Tre le principali condizioni per il rilancio secondo il presidente di Federacciai. Uno: reale disponibilità del territorio ad accettare l’acciaieria, seppure decarbonizzata. Due: negoziare gas a costi contenuti per non produrre in perdita. Tre: negoziare energia a basso costo per gli stessi motivi. Molto critica la posizione di Federacciai sul rilancio di Piombino (progetto Metinvest-Danieli): «Non accetteremo che si realizzi un impianto che fa concorrenza a Ilva con i soldi dello Stato».