La recente missione a Roma della commissaria per i servizi finanziari Maria Luis Albuquerque, durante la quale ha incontrato esponenti del governo Meloni tra cui il ministro Giancarlo Giorgetti, ha toccato il delicato tema del
Golden power. E, secondo l’agenzia , che cita due fonti anonime, ci sono «negoziazioni in corso su come l’Italia può modificare la propria legislazione sul Golden power senza distorcerla».
Ma entro un paio di settimane, precisamente tra il 12 e il 13 novembre, è attesa la decisione finale della Commissione Ue sul Golden power varato il 18 aprile scorso sull’operazione Unicredit-Banco Bpm. E la decisione, secondo
indiscrezioni attendibili, sempre della Reuters, potrebbe essere quella di chiedere la revoca di quel provvedimento perché esondante il perimetro della sicurezza nazionale come definito dalla Corte di Giustizia Ue in diverse
occasioni. Una seconda lettera all’Italia riguarderebbe una procedura di infrazione proprio sul dettato legislativo che dal 2012 al 2021 ha esteso i confini entro cui applicare i poteri speciali degli stati membri.
Dal canto suo il Mef, che era il ministero incaricato per la pratica Unicredit-Banco Bpm, ha sempre ribadito la correttezza del decreto in quanto rientrante nei parametri della sicurezza nazionale come anche confermato dalla
sentenza del Tar del Lazio di fine giugno 2025.
Dunque se modifiche ci saranno, esse non riguarderanno la definizione di sicurezza nazionale così come indicata dal Tar. Il dialogo tra governo italiano e Ue, quindi, è ancora vivo ma le posizioni sembrano essere rimaste le stesse. Il risparmio degli italiani può rientrare nel perimetro della sicurezza nazionale?
Secondo il Mef sì, secondo la Ue no, e dunque si attende con impazienza la metà di novembre.