29.10.2025

Mediobanca, sì al nuovo cda. La vicepresidenza a Panizza

  • Il Corriere della Sera

L’assemblea di Mediobanca ha consegnato le chiavi della governance al Monte dei Paschi che di Piazzetta Cuccia ha l’86,3%. L’assise, presente 88,965% del capitale, ha votato a favore della lista unica presentata da Mps per la nomina del board a dodici, segnando l’ingresso dell’istituto milanese a tutti gli effetti sotto le insegne di Siena. Dopo un’assemblea veloce, durata meno di un’ora e il cda seguito a ruota, il timone di Mediobanca è passato al ceo Alessandro Melzi d’Eril e al presidente Vittorio Grilli. Mentre Sandro Panizza, unico consigliere non dimissionario del cda precedente, è stato nominato vicepresidente.

Da oggi «iniziamo a scrivere un nuovo capitolo della storia della banca. Sono certo che sarà ricco di importanti successi grazie al contributo di tutti noi», ha detto Melzi d’Eril in un messaggio ai dipendenti di Mediobanca. «Sono emozionato e onorato di poter assumere questa carica in un gruppo che è al centro del sistema finanziario da decenni, grazie alla indiscussa qualità e dedizione delle persone che ci lavorano», ha sottolineato il manager, consapevole che il grande cantiere dell’integrazione tra due banche tanto diverse richiederà un lavoro di squadra. Un impegno iniziato subito dopo il cda, con il nuovo ceo che ha incontrato il management di Mediobanca. L’assemblea ha poi approvato il bilancio ’24-’25 di Mediobanca che d’ora si adeguerà al ritmo di Mps che termina l’esercizio il 31 dicembre. Il cda ha infatti convocato per l’1 dicembre l’assemblea straordinaria per la modifica dello statuto. È stata poi anticipata al 5 novembre, un giorno prima dei conti di Mps, la data della presentazione dei risultati trimestrali di Mediobanca, in un cda che completerà la governance. La plenaria ha approvato il saldo del dividendo di 0,59 euro (pagamento il 29 novembre) che porterà oltre 400 milioni nelle casse del Monte. Via libera anche alla politica di remunerazione e ai piani di incentivazione per l’anno in corso. Mentre Mps si è astenuta (97,06% del capitale presente) su quelli corrisposti a cda e manager l’anno passato, il cui voto non era vincolante.

Si è chiusa così ieri l’era di Alberto Nagel e Renato Pagliaro, in cabina di regia da quasi vent’anni. Il primo entrato in Mediobanca nel 1991, il secondo dieci anni prima. Per suggellare il passaggio di consegne sono arrivati il ceo del Monte, Luigi Lovaglio, in Piazzetta Cuccia «per un saluto al cda», e il presidente di Mps Nicola Maione che hanno poi partecipato al pranzo con i nuovi vertici e i membri del board nella sede di Mediobanca. Sulla stessa linea il messaggio di Grilli, Lovaglio e Maione che hanno sottolineato come il lavoro comune sia indispensabile per le sfide future. Il focus di Mediobanca sarà su private, corporate e investment banking. Melzi d’Eril, che dal 2020 ha guidato Anima holding, ha una lunga esperienza nella gestione dei patrimoni. Grilli, che ha lasciato gli incarichi in JP Morgan, contribuirà a sostenere Mediobanca nella sua attività di banca d’investimenti.