30.09.2025

Mediobanca, corsa a due per la carica di ceo Grilli sarà presidente

  • La Repubblica

Korn Ferry ha selezionato Riccardo Mulone di Ubs Italia e Alessandro Melzi d’Eril, numero uno di Anima , sgr di Banco Bpm Prende forma il nuovo vertice di Mediobanca: sul presidente pare fatta l’intesa con l’ex ministro Vittorio Grilli, mentre per l’ad il management senese discute ancora con i soci forti Delfin e Caltagirone. Il nuovo azionista Mps, che detiene l’86,3% di Mediobanca, ha tre giorni per depositare la lista che l’assemblea voterà il 28 ottobre.
Ieri sera un comitato nomine del cda Mps si è riunito per affinare le proposte del consulente Korn Ferry. Dopo le ultime mediazioni un cda di Mps, il 2 o il 3, redigerà la lista, che dovrebbe ridurre da 15 a 11 i consiglieri. Secondo fonti vicine al dossier, ieri la riunione si è tenuta sulle dinamiche interne al prossimo cda di Piazzetta Cuccia, per combinare profili che consentano adeguati equilibri di competenze e di genere. I due consiglieri Sabrina Pucci e Sandro Panizza,
già membri del cda della banca d’affari per conto di Delfin – che nel 2023 fece una lista “di minoranza” – sembrano esserci ancora. Tra gli altri sette consiglieri non comparirebbero, invece, manager di Mps: mentre almeno un nome spetterà all’azionista Caltagirone. Ma il lavoro più difficile è trovare le due figure di vertice, dato che il presidente Renato Pagliaro e l’ad Alberto Nagel, in uscita tra un mese, guidano Mediobanca da un quarto di secolo. Sembra
che su Grilli presidente ci sia ormai la quadra: del resto il profilo è di prestigio, ministro del Tesoro del governo Monti nel 2012-13 e dal 2014 presidente di Jp Morgan in Europa, Africa e Medio Oriente. Grilli ha il vantaggio di conoscere il dossier Mediobanca, essendo da anni advisor di Delfin: e certo potrebbe dare una mano all’ad sul “cantiere” della fusione che si apre proprio oggi, con la visita a Siena di 15 tra i primi manager e banchieri di Mediobanca all’ad Luigi Lovaglio e ai futuri colleghi. Per il ruolo di ad, invece, continua il dialogo tra soci forti e i vertici di Mps: la rosa iniziale si è frattanto ristretta, e i candidati favoriti secondo le fonti sono due. Uno è l’ad di Ubs Italia, Riccardo Mulone, l’altro l’ad di Anima, Alessandro Melzi d’Eril.
Con il primo visto meglio dai manager, il secondo gradito al socio Caltagirone, azionista rilevante della Sgr prima che Banco Bpm la scalasse.
Infine ieri Mps ha pagato il secondo 24% della preda ricevuto nell’Opas, emettendo nuove azioni per altri 3 miliardi. Ora il capitale sociale sfiora i 18 miliardi.